Cosa deve evitare chi ha problemi di tiroide per non peggiorare i sintomi?

Chi soffre di ipo o ipertiroidismo deve fare molta attenzione a non incorrere in abitudini scorrette che rischiano di peggiorare la situazione

problemi alla tiroide
Di Emily frost/Shutterstock.com

Come in molti altri casi, lo stile di vita e alcune abitudini incidono in una certa misura anche sulle disfunzioni tiroidee. Abbiamo chiesto alla dr.ssa Chiara Tuccilli, biologa e dottore di ricerca in endocrinologia, di indicarci i cibi da evitare in caso di disturbi endocrinologici.

Cibo e problemi alla tiroide: è bene prestare attenzione a ciò che mangiamo?

Talvolta, non occorre una terapia e bisogna solo prestare attenzione e abbandonare qualche possibile abitudine scorretta, al fine di ritardare l’evoluzione della patologia e il peggioramento dei sintomi. Tuttavia, anche chi segue la terapia può aver sviluppato delle abitudini scorrette che possono inficiare l’efficacia del trattamento, ed è bene porvi rimedio.

10 cose NO per chi ha problemi alla tiroide!

  1. Il sovrappeso. Alla popolazione generale è continuamente consigliato di mantenere il peso corporeo nella norma e, sicuramente, l’eccesso ponderale è da evitare per chi soffre di problemi tiroidei. Infatti, è noto che il sovrappeso è connesso a una maggiore dimensione dei noduli. Esiste un’associazione tra la concentrazione del TSH (l’ormone che stimola la tiroide) e l’aumento della massa grassa e della resistenza insulinica (una condizione frequente negli individui in sovrappeso o obesi). I livelli di TSH, infatti, tendono a essere aumentati nelle persone obese, anche quelle in eutiroidismo. Una riduzione del peso, quindi, aiuta a controllare meglio i valori di TSH.
  2. La sedentarietà. Poiché spesso responsabile dell’eccesso di peso. Uno studio pubblicato a febbraio 2018 sulla rivista scientifica “Thyroid” ha evidenziato i benefici dell’attività fisica anche nel ridurre alcuni sintomi associati alla terapia ormonale sostituiva dopo tiroidectomia.
  3. Gli alimenti ad alto indice glicemico. A proposito di resistenza insulinica, questa è una condizione abbastanza diffusa nei pazienti ipotiroidei, ragion per cui hanno problemi legati al metabolismo degli zuccheri. Per evitare il peggioramento della situazione è bene evitare troppi dolci e zuccheri semplici e, in generale, il consumo di alimenti ad alto indice glicemico.
  4. Eliminare i carboidrati dalla propria dieta o una loro drastica riduzione. La carenza protratta di carboidrati causa la riduzione dei livelli di fT3 (cioè della forma libera e attiva dell’ormone tiroideo).
  5. Il consumo eccessivo di alimenti gozzigeni. Questi ultimi contengono sostanze in grado di interferire con l’assorbimento dello iodio. I principali alimenti gozzigeni sono i cavoli, i cavolfiori, i cavoli di Bruxelles, i broccoli, le rape, la soia. Non significa che questi alimenti vanno eliminati dalla dieta, ma che si devono consumare con moderazione.
  6. Assumere la terapia con tiroxina contemporaneamente alla colazione. Chi assume il farmaco è sicuramente edotto del problema di assorbimento, ma può essere utile sottolinearlo. La terapia va assunta a stomaco vuoto e la colazione va consumata a distanza di almeno 30 minuti (o dopo 10 minuti se si assume la formulazione liquida di ormone tiroideo). Tuttavia, nella colazione sarebbe meglio evitare alimenti eccessivamente ricchi di calcio, fibre e soia, poiché questi riducono l’assorbimento del farmaco. Contravvenendo a queste raccomandazioni per un tempo sufficientemente lungo vi è il rischio che la terapia non sia efficace, producendo un peggioramento dei sintomi.
  7. Assunzione di tiroxina e di altri medicinali in una finestra temporale stretta. La formulazione liquida di tiroxina non crea questo problema, mentre la formulazione classica interagisce con diversi farmaci, determinando uno scarso assorbimento.
  8. Utilizzo di creme snellenti o di integratori dimagranti contenenti l’ormone tiroideo o lo iodio. L’utilizzo continuativo di questi prodotti potrebbe provocare delle alterazioni nei livelli ormonali e peggiorare la disfunzione tiroidea.
  9. Usare il sale iodato nella fase acuta dell’ipertiroidismo. Si tratta di una misura precauzionale. Successivamente, quando i livelli ormonali si saranno normalizzati, si potrà usare anche il sale iodato, senza esagerare.
  10. Stress cronico. Lo stress è un altro fattore da considerare per evitare il peggioramento dei sintomi dell’ipotiroidismo, poiché esso aumenta i livelli di cortisolo, l’ormone surrenalico in grado di inibire l’enzima che trasforma l’ormone T4 (poco attivo biologicamente) nell’ormone T3 (la forma attiva).

A RISPONDERE ALLE DOMANDE:
Dr.ssa Chiara Tuccilli
Biologa e dottore di ricerca in endocrinologia