Mononucleosi: diagnosi, contagio e sintomi

La mononucleosi è una malattia virale che si trasmette con la saliva, conosciuta quindi come malattia del bacio. Scopri nell'approfondimento che cos'è, quali sono i suoi sintomi e come curarla.

mononucleosi

Articolo aggiornato il 23 Febbraio 2023

Hai mai sentito parlare della malattia del bacio? In termine medico si tratta della mononucleosi. Una malattia infettiva e altamente trasmissibile attraverso la saliva.

Causata dal virus di Epstein-Barr (EBV), il suo contagio è rapido e massiccio e spesso colpisce gli adolescenti. Il decorso può essere asintomatico e senza sintomi, ma possono anche presentarsi febbre, mal di gola e spossatezza.

Scopri come riconoscere questa malattia, i sintomi e le cure.

Cos’è la mononucleosi

La mononucleosi è una malattia virale che infetta i tessuti orofaringei e si manifesta con faringite, infiammazione alle tonsille e tosse. È molto contagiosa e viene trasmessa principalmente attraverso la saliva, ecco perché è conosciuta anche come la malattia del bacio.

Molto diffusa tra gli adolescenti, questa patologia colpisce anche bambini e adulti.

Oltre al bacio, un’altra modalità di trasmissione, seppure meno frequente è lo scambio di saliva mediante l’utilizzo di posate o bicchieri in comune.

Nei più piccoli il contagio può avvenire tramite scambio di giocattoli che sono stati in contatto con la saliva.

La malattia può essere trasmessa anche tramite rapporti sessuali e trasfusioni di sangue infetto.

I sintomi della mononucleosi

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Come accorgersi di aver contratto la mononucleosi? Spesso questa patologia viene confusa con una banale influenza. Altre volte si presenta in maniera totalmente asintomatica.

In alcuni casi, tuttavia, si manifesta con disturbi come:

  • febbre;
  • mal di gola;
  • ingrossamento dei linfonodi;
  • malessere generale;
  • astenia;
  • spossatezza.

Spesso, le tonsille sono ricoperte da una patina biancastra o da placche giallastre.

Per adulti e adolescenti, il picco della malattia si presenta circa 3-6 settimane dopo il contagio. Per i bambini, invece, il periodo di incubazione è più breve e va generalmente dalle 2 alle 3 settimane.

La fase acuta della malattia ha una durata di circa 15 giorni, ma l’indebolimento generale e il malessere può durare molto più a lungo, anche  mesi.

Se si sospetta di avere la mononucleosi, è bene rivolgersi al proprio medico di famiglia che farà eseguire degli esami del sangue per una diagnosi precisa.

Successivamente sarà importante seguire attentamente la terapia farmacologica prescritta.

Mononucleosi: cause e contagio

La mononucleosi è causata dal virus di Epstein Barr (EBV), appartenente alla stessa famiglia degli herpes virus.

Questi ultimi sono i patogeni responsabili di malattie come la varicella, l’herpes labiale e il fuoco di Sant’Antonio. Come ogni patologia virale, la si contrae entrando in contatto con un soggetto infetto.

Sono fattori di rischio l’avere il sistema immunitario indebolito, il frequentare luoghi affollati e il non prestare particolare attenzione all’igiene.

Le cause del contagio sono:

  • scambio di saliva attraverso baci o passaggio di posate e bicchieri;
  • rapporti sessuali non protetti;
  • trasfusione di sangue infetto.

È possibile prevenire la mononucleosi? Come accade per tutte le malattie virali, l’unico metodo per mettersi al riparo dal contagio consiste nell’evitare il contatto diretto con persone infette o con oggetti da essi utilizzati.

Il virus si trasmette anche giorni dopo la guarigione.

Diagnosi della mononucleosi

La diagnosi precisa della mononucleosi avviene attraverso delle analisi del sangue precise.

Vanno ricercati gli anticorpi anti-VCA (viral capsid antigen) di classe IgG e IgM.

La classe di immunoglobine IgM indica che il virus è in attività e si è contagiosi; mentre in presenza di alti valori di IgG e bassi valori di IgM significa che la malattia è stata contratta in passato.

Non esiste una cura che eradichi la malattia; può essere impiegata solo una terapia sintomatica che dovrà quindi puntare a fare abbassare la febbre o a diminuire il mal di gola.

Vengono per questo motivo impiegati antipiretici per la febbre e antidolorifici. Solo nei casi più gravi è possibile ricorrere ai farmaci corticosteroidei, per tenere sotto controllo eventuali problemi alle vie aeree. Questo, ovviamente, sotto stretto controllo medico.

Non sono invece da utilizzare gli antibiotici, del tutto inutili contro il virus; a meno che il medico non valuti una sovraesposizione batterica in atto.

Nel corso di tutta la malattia, è importante riposare a letto ed evitare sforzi fisici. Tali precauzioni dovrebbero essere adottate anche per alcune settimane dopo la guarigione, per evitare una temibile complicanza: si tratta della rottura della milza, evenienza davvero rarissima ma molto pericolosa.

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