Il pesce è un cibo chiave in molti regimi alimentari, per le sue proprietà nutrizionali benefiche a favore della salute. In particolare, è un vero toccasana per il cuore. Merito di sostanze come il selenio e gli acidi grassi omega-3, che hanno funzione cardioprotettiva. Tuttavia, il consumo di pesce è strettamente legato ai livelli di mercurio nel sangue. Un nuovo studio ha approfondito proprio questa correlazione, portando alla luce notizie positive.
Pesce e mercurio, cosa c’è da sapere
Sebbene il pesce sia uno tra gli alimenti principali di diete come quella mediterranea, sono molte le persone che preferiscono ridurne (o addirittura evitarne) il consumo per via del suo possibile contenuto di mercurio. In effetti, questo metallo pesante è presente in alcune specie ittiche, soprattutto quelle più grandi – che, cibandosi a loro volta di pesci più piccoli, tendono ad accumularne buone quantità nel loro organismo. Ma il livello di mercurio che possiamo assumere mediante il consumo di pesce è davvero pericoloso per la nostra salute?
Un nuovo studio, pubblicato su Jama Network Open, ha ottenuto risultati incoraggianti su questo fronte. I ricercatori hanno analizzato le abitudini alimentari di oltre 17mila adulti statunitensi. In particolare, hanno preso in considerazione il loro rischio di mortalità, sia per motivi cardiovascolari che per tutte le altre cause. È emerso che tale rischio non è aumentato in modo significativo in chi consuma circa due porzioni di pesce a settimana, rispetto a chi invece non ne mangia affatto. E i livelli di mercurio riscontrati nel sangue non sono correlati ad un aumento della probabilità di decesso.
Naturalmente, anche questo studio presenta diversi limiti. Innanzitutto non tiene in considerazione gli eventuali effetti neurotossici del mercurio. Inoltre è possibile che l’azione di questo metallo pesante sul cuore sia in qualche modo controbilanciata da quella positiva del selenio e degli acidi grassi omega-3 presenti nel pesce. Per questo motivo, gli esperti continuano a parlare di prudenza nel consumo di alimenti ittici. È meglio variare spesso ciò che portiamo nel piatto, e prediligere soprattutto le specie più piccole, come ad esempio il pesce azzurro. Regole che andrebbero maggiormente rispettate in gravidanza, dal momento che il mercurio è in grado di passare attraverso la placenta e arrivare al nascituro.