Essere lasciati da qualcuno non è semplice, soprattutto non è semplice superare i momenti tristi e metabolizzare quella sensazione di abbandono. Abbiamo rivolto alcune domande alla dr.ssa Paolo Valenzano, psicoterapeuta, per capire insieme come vivere al meglio le settimane successive al distacco.
Quali sono le fasi dell’abbandono?
Le fasi somigliano a quelle della separazione psichica, essere lasciati, in un certo senso, si può avvicinare a un lutto e, come prima reazione, avvertiamo l’alienazione, associata al rifiuto di quello che è successo, un blocco rispetto alla presa di coscienza del fatto di essere stati lasciati.
A questa fase può associarsi l’angoscia e il senso di vuoto.
Poi può seguire il momento di conflitto, durante il quale si ha una più forte reazione emotiva che può prevedere comportamenti e pensieri di tipo depressivo, ma anche collera e disperazione.
In questa fase, può subentrare la sensazione di confusione conseguente alla separazione fisica, il senso di solitudine, come descrivevo all’inizio simile al lutto, fino al sollievo dell’accettazione e alla decisione di informare gli amici e le persone che condividono la quotidianità della persona lasciata.
Subentra, quindi, la fase di riequilibrio, durante la quale si riguadagna l’ottimismo necessario per ricostruire una propria nuova realtà che non prevede un partner, si può percepire una tendenza all’iperattività, come una nuova energia, legata all’accettazione di sé e della propria nuova identità di single, con una grande spinta all’autonomia.
Quali consigli dà per superare le fasi più tristi del distacco?
Un aiuto potrebbe ritrovarsi nel ricercare la compagnia delle persone che si percepiscono come più utili e positive in un momento tanto delicato emotivamente, combattendo quella voglia di isolarsi ed evitare momenti di distrazione, quasi come se si volesse vivere il proprio dramma fino in fondo; altro comportamento utile potrebbe essere rimettersi al centro della propria attenzione, cosa che spesso si perde quando si vive una relazione e la maggior parte delle esperienze tendono a essere vissute ed elaborate in coppia, in questo modo ci si dà la possibilità di riscoprire sensazioni dimenticate o di scoprirne di nuove: imparare una tecnica di rilassamento, iscriversi a un corso di yoga o anche più semplicemente iniziare un’attività fisica come la corsa, attività che stimolano la produzione di quelle sostanze che ci danno benessere.
Come aumentare l’autostima verso se stessi?
Prima di tutto concedendosi le proprie imperfezioni, senza ostinarsi a volerle modificare a tutti i costi, accettare, quindi, i propri difetti come aspetti di noi che non ci descrivono in toto, ma che sono una delle nostre numerose caratteristiche. Questo non significa rinunciare alla ricerca del miglioramento, ma intraprendere qualunque attività volta al miglioramento stesso con uno spirito meno drammatico, più sereno.
Altra importante risorsa sta nel mettersi in gioco, non rinunciare alle opportunità che potrebbero dimostrarci che non siamo poi tanto male.
A RISPONDERE ALLE DOMANDE:
Dr.ssa Paola Valenzano,
Psicoterapeuta Psicologo