Si sente spesso parlare dell’occhio pigro, ma cosa si intende con questa dicitura? Esistono cure e come procedere nel caso se ne soffra?
Per occhio pigro si fa riferimento all’insufficiente capacità visiva di un occhio o di entrambi. Si tratta di un fenomeno diffuso, per cui non esiste una cura, ma che è possibile risolvere con una terapie riabilitativa ortottica. Si stima che circa il 4% della popolazione mondiale ne soffre. Le cause dell’ambliopia sono svariate. Tra le più comuni vi sono una differenza tra i due occhi, la cataratta congenita o ptosi palpebrale.
Per prevenirne la comparsa è di fondamentale importanze sottoporre i bambini sin dall’età più tenera a controlli periodici dall’oculista. Ma quali sono i sintomi di questo disturbo? Nella maggior parte dei casi l’ambliopia non si manifesta con una sintomatologia specifica, per questo di fatto nei giunge tardi ad una diagnosi. Ma, ad esempio se il bambino tende a poggiare la testa su un solo lato, è pacifico sospettare che possa soffrirne.
Occhio pigro, come agire per recuperare la funzionalità dell’occhio?
Qualora dovesse arrivare la diagnosi di occhio pigro, le ‘strategie’ da scegliere per correggere tale disfunzione sono diverse.

- Se l’occhio pigro viene diagnosticato in tempo, cioè entro il settimo anno di vita, con una cura adeguata è possibile riprendere la capacità visiva. Superata questa soglia di età diventa via via più difficile. In genere viene utilizzata la tecnica dell’occlusione che consiste nell’applicazione di una benda, o con i filtri Bangerter da applicare sugli occhiali dell’occhio sano. Sarà il professionista ad indicare la durata e le tecniche per operare l’occlusione. Un’altra metodica utilizzata per trattare l’occhio pigro è la penalizzazione ottica che consta nella ipercorrezione dell’occhio sano, a favore di quello pigro.
- Se il medico opta per l’occlusione sarà necessario nel corso della terapia mettere in atto delle strategie di precisioni che richiedono cioè concentrazioni e abilità visiva, come ad esempio colorare disegni rispettando i bordi. Anche l’utilizzo di alcuni videogiochi può essere funzionale all’occlusione, per favorire il recupero dell’occhio pigro.
Come accennato sia che si sia adulti, sia che si abbiano dei bambini e si sospetti che possano essere affetti dall’occhio pigro è importantissimo rivolgersi all’oculista. Soltanto infatti attraverso esami specifici, il professionista potrà eseguire la diagnosi, indicando altresì la terapia più congrua per il paziente.
Di fatto le strategie di recupero dell’occhio sono molteplici e cambiano anche a seconda dell’età del soggetto interessato. Per questo è imprescindibile rivolgersi all’esperto, il quale saprà indicare la terapia ad hoc per la ripresa almeno parziale della funzionalità dell’occhio. Ciò che è importante è seguire poi con precisione le indicazioni terapeutiche.