Colonscopia: come funziona, preparazione e quando va fatta

Colon

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Come funziona la colonscopia? Si tratta di una procedura che viene usata per visualizzare la parte interna del colon e del retto. In genere, si ricorre a questa tecnica per verificare l’eventuale presenza di infiammazioni, di ulcere e di crescite di cellule anomale: questo esame consente, infatti, di osservare la parte inferiore del tubo digerente, ovvero quella costituita da retto, sigma, colon e ileo terminale. Per la preparazione, si provvede ad eliminare tutti i residui solidi del tratto gastrointestinale, mediante una dieta povera di fibre tre giorni prima dell’esame. Ma quando va fatta, esattamente? Scopriamo di più in merito.

Come funziona

Per eseguire la colonscopia, il paziente viene fatto sdraiare su un lettino, adagiandosi sul lato sinistro del corpo. In genere, non viene usata l’anestesia, perché basta un sedativo o l’utilizzo degli antidolorifici per fare in modo che il soggetto sia rilassato. Il medico inserisce nell’ano il colonscopio – una sonda lunga e flessibile – che viene guidato attraverso il retto per arrivare nel colon. Nel frattempo, l’intestino viene gonfiato mediante l’apporto di anidride carbonica, in modo da disporre di una maggiore visuale. La sonda è illuminata e, attraverso una piccola telecamera, trasmette delle immagini che provengono dall’interno del corpo. In questa maniera, possono essere esaminati con attenzione il rivestimento intestinale e la situazione della mucosa gastrica. I segni vitali del paziente vengono monitorati e, di tanto in tanto, al soggetto può essere richiesto di spostarsi, per regolare una migliore visualizzazione sulla zona di esplorazione. La colonscopia viene eseguita dal medico, ma in collaborazione con un infermiere. Occorre, inoltre, specificare che il sedativo può essere somministrato per via endovenosa e consente dei miglioramenti per l’esecuzione dell’esame. La durata complessiva dell’esame – spesso, privo di dolore per il paziente – è di circa 20 minuti, sebbene questa vari da caso a caso; mentre l’esito della colonscopia – corredato da foto digitali – potrà essere consegnato subito dopo la fine delle analisi.

La preparazione

La preparazione alla colonscopia prevede l’eliminazione di tutti i residui solidi dal tratto gastrointestinale: questo obiettivo può essere raggiunto provvedendo ad un’alimentazione povera di fibre per i tre giorni prima dell’esame e, in questo senso, è opportuno non mangiare frutta, verdura e cibi integrali. I pazienti che seguono il processo di preparazione intestinale devono evitare anche di bere liquidi contenenti coloranti rossi o viola. Il giorno prima, possono essere richiesti l’assunzione di un lassativo o la pratica di un clistere. La sera prima dell’esame, non devono essere introdotti nell’intestino alimenti solidi, ma si deve seguire una dieta esclusivamente liquida. La preparazione a questo esame è un processo molto importante e da non sottovalutare, perché permetterà una corretta esplorazione della zona. Ad ogni modo, il protocollo relativo alla procedura di preparazione alla colonscopia può subire variazioni a seconda della situazione personale del paziente da curare.

La dieta

Come anticipato prima, occorre seguire una dieta specifica durante i tre giorni antecedenti all’esame: non si possono, ad esempio, mangiare frutta, verdura, cereali, legumi, frullati, spremute e simili, ma si possono consumare alimenti come carne magra, pesce, latticini e formaggi, uova, brodo o minestre senza grassi, acqua, caffè, tè, gelatina, camomilla e simili.

La terapia

È, inoltre, opportuno che i pazienti informino i medici sul loro stato di salute e sugli eventuali farmaci assunti regolarmente, come quelli per l’artrite, per il diabete o i fluidificanti del sangue. La maggior parte dei farmaci possono essere assunti senza problemi, ma è sempre bene avvisare il medico della terapia che si sta seguendo, in modo tale che non vi siano interferenze o complicazioni di alcun tipo. Per la stessa ragione, è opportuno avvisare circa eventuali allergie a farmaci.

La colonscopia virtuale

Un’alternativa – sebbene sia da considerarsi più un complemento all’analisi tradizionale – è rappresentata dalla colonscopia virtuale, che è basata su tecniche non invasive: l’esplorazione del colon avviene, infatti, per mezzo di una TAC all’addome. Preventivamente viene, comunque, introdotta dell’aria per mezzo di un piccolo catetere inserito nell’ano e viene utilizzato un apposito software, per vedere le immagini in tre dimensioni. Questo esame richiede lo stesso tipo di preparazione di quello tradizionale, ma non è necessario somministrare antidolorifici o tranquillanti e l’esame dura circa 10 minuti. L’efficacia della colonscopia virtuale non è paragonabile a quella dell’esame tradizionale, infatti di solito viene utilizzata soltanto come completamento dell’altra tecnica o per i pazienti che sono a rischio di incorrere in gravi complicanze. Ovviamente, in caso di rilevazione di tumori del colon o polipi, questi potranno essere rimossi attraverso una colonscopia tradizionale.

A cosa serve

La colonscopia può essere prescritta per molte ragioni diverse, in quanto rappresenta uno dei migliori strumenti diagnostici esistenti: si tratta, infatti, di un esame estremamente utile, ad esempio, per lo screening dei tumori del colon – che è possibile prevenire con l’alimentazione – così come per la rilevazione di infiammazioni – esistono dei rimedi naturali contro il colon irritabiledisturbi intestinali di vario genere – come dolori addominali, stitichezza improvvisa, diarrea di lunga durata o perdite di sangue attraverso il retto – polipi, malattie infettive e altre patologie. Oltre ad osservare le pareti intestinali e a formulare una diagnosi, il medico – quando lo ritiene opportuno – può decidere di prelevare – in modo indolore – dei frammenti della mucosa per poter effettuare altri esami specifici. Infine, la colonscopia consente l’esecuzione di interventi chirurgici non molto invasivi, come per l’asportazione di polipi o l’inserimento di protesi.

Quando va fatta

La colonscopia è un esame che viene effettuato per analizzare il colon e il retto e vedere se, eventualmente, ci si trovi in presenza di tessuti infiammati, di ulcere o di crescite anomale. Può essere fatta per ricercare precocemente i segni del tumore del colon-retto e per aiutare nel diagnosticare la causa che sta alla base di cambiamenti delle abitudini intestinali, specialmente nel caso di dolore addominale, di sanguinamento dell’ano e di perdita di peso. Viene eseguita anche per asportare dei polipi intestinali, che potrebbero evolversi in neoplasie oppure per prelevare dei campioni di tessuti, che vengono analizzati per mezzo della biopsia. L’esame andrebbe eseguito di norma intorno ai 50 anni: se, però, in famiglia esiste una predisposizione ai polipi e al tumore, è meglio anticiparlo verso i 40 o i 45 anni. Se non si riscontra nulla, è bene ripetere la colonscopia dopo 4 o 5 anni. Normalmente, è buona norma eseguire questo esame come una forma di prevenzione e dovrebbe essere preceduto dall’esame del sangue occulto nelle feci. Se questo esame risulta positivo, la colonscopia diventa obbligatoria.

Il dopo

L’esame – soprattutto, quando vengono somministrati sedativo o anestesia – risulta, solitamente, indolore: possono, infatti, verificarsi dei fastidi nel corso dell’esame – quando eseguito senza la somministrazione di farmaci per il rilassamento – e dopo. L’aria inserita durante il corso dell’esame viene, invece, in gran parte rimossa alla fine dell’esame stesso. Inoltre, a causa del sedativo o dell’anestesia, non è consigliabile guidare per almeno un giorno – ovvero, fino allo smaltimento delle sostanze dal corpo – e, per monitorare eventuali gonfiori addominali al termine dell’esame, è il caso di attendere qualche ora prima di lasciare la struttura in cui si è eseguita l’analisi.

I rischi

Infine, esistono dei rischi? È raro che si verifichino sanguinamento e la perforazione dell’intestino crasso. Possono, poi, manifestarsi effetti indesiderati come dolori addominali, problemi cardiorespiratori, vertigini, febbre e debolezza: in tutti questi casi, occorre contattare il proprio medico immediatamente.