è consiIl colon irritabile è una condizione molto diffusa e anche tanto fastidiosa, la dieta rappresenta sicuramente la strategia migliore per gestirlo.
La sindrome dell’intestino irritabile è una patologia a tutti gli effetti che si caratterizza per dolori localizzati nella zona dell’addome basso e anche stitichezza o diarrea, problemi di gas nell’intestino e dolori diffusi.
Sicuramente lo stress è tra i maggiori fattori che determinano questa condizione. Tuttavia al di là della questione psicosomatica non ci sono altre rilevanze scientifiche su cosa lo scateni.
La cosa importante però è avere una dieta che permetta di gestire al meglio la situazione ed evitare l’assunzione di farmaci.
Colon irritabile: quali alimenti evitare
Come dicevamo, la patologia del colon irritabile può essere determinato da cause molto differenti tra loro, ma è comunque sempre un problema, che – anche se non tutti ne sono affetti allo stesso stadio – causa a tutti coloro che ne soffrono dolore e fastidio.
Più si complica la situazione e più è difficile riuscire a non avere problemi dopo aver mangiato o comunque quando l’intestino è in funzione.

In generale i cibi che contengono oligosaccaridi, monosaccaridi e disaccaridi in eccesso sono sempre sconsigliati perché risultano molto complessi per l’organismo da smaltire. Parliamo, dunque, di frutta, verdura, legumi e dolcificanti. Non tutte le tipologie devono essere bandite e comunque con alcuni accorgimenti si possono comunque mangiare.
Ovviamente, è importante considerare anche altri fattori quando si parla di questa patologia – come la disbiosi, la flora batterica e la stanchezza – ma con una dieta sana e bilanciata, evitando determinati prodotti e comunque facendo una moderata attività fisica si riesce a gestire la situazione.
I probiotici si ottengono comunemente dall’alimentazione. Tuttavia quando ci sono carenze nutrizionali, i loro valori sono completamente sballati, peggiornado la situazione. Vale quindi la pena fare anche un ciclo di probiotici per 2 o 3 settimane ogni anno. Ci sono quelli protettivi, stimolanti, di vario tipo, in alternativa si può usare il kefir o lo yogurt bianco ma è comunque utile seguire i consigli del medico.
Nella fase acuta sono assolutamente vietati latte, formaggi e simili, solo eventualmente stagionati. Inoltre, sono da evitare frutta e verdura fresca, meglio centrifugati e spremute. È consigliato, invece, consumare saltuariamente nella fase intermedia: carote, sugo di pomodoro, carciofi, finocchi, asparagi, zucchine, fagiolini e bietola. Infine, nella fase di recupero usare succhi di frutta naturali, massimo 2 porzioni al giorno di frutta e comunque sbucciata. Ad esempio mela, melone, ma in piccole quantità. Succo di mela e arancia ma senza zucchero, evitando la frutta secca, l’uva, i fichi.
Attenzione anche agli alimenti integrali che possono aumentare la motilità, usare 1 tipo di verdura alla volta, non eccedere con caffè e tè, poco cioccolato, carne e pesce sì ma cotti in padella o al forno. I legumi devono essere usati poco e comunque decorticati. Le erbe aromatiche non vanno usate troppo, meglio l’olio di oliva per condire.