Preoccupanti i dati emersi da una recente indagine di Coldiretti in merito al tasso di obesità nei bambini. Quasi un bambino su tre è obeso o in sovrappeso con una tendenza in aumento specialmente all’indomani della pandemia. A contribuire al fenomeno, non solo i lunghi periodi trascorsi a casa, senza andare a scuola e praticare attività sportiva, ma anche un maggiore consumo di cibi spazzatura e bevande zuccherate, oltre alle ore passate davanti allo schermo del pc e del televisore.
Leggi anche: È confermato lo stretto legame tra decessi per Covid e obesità
Gli effetti del lockdown sulla salute dei minori
La Coldiretti ha diffuso la sua analisi, in occasione della Prima festa dell’educazione alimentare nelle scuole, con l’obiettivo di formare i consumatori di domani sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti. Stando ai dati di Coldiretti, i lockdown e le misure preventive hanno avuto un impatto importante sulla salute dei minori, ancor più che su quella degli adulti, che sono riusciti meglio a compensare le limitazioni imposti dalla permanenza tra le mura di casa.
Meno frutta e verdura, più cibo spazzatura
Un altro importante studio dell’Università di Buffalo ha evidenziato come bambini e adolescenti si sono trovati a consumare un pasto in più, spesso a base di cibo spazzatura e bibite gassate, con una riduzione di frutta e verdura. Gli studiosi, in collaborazione con l’Università di Verona, hanno inoltre registrato un incremento di circa 5 ore del tempo passato davanti allo schermo del pc, tra televisione, internet, videogiochi e didattica a distanza.
Diminuita l’attività fisica durante il lockdown
Un altro fattore che ha contribuito in maniera sensibile all’incremento di obesità e sovrappeso è stata la riduzione dell’attività fisica. Questo è valido specialmente tra i giovani che abitano in zone urbane e non hanno avuto a disposizione un giardino o uno spazio verde per passeggiare, correre o fare attività fisica. Oltre ai problemi fisici, si aggiungono i disturbi di alimentazione, una piaga sociale che la pandemia ha sicuramente contribuito ad aggravare, con 2,3 milioni di adolescenti sempre più soli e isolati.