Articolo aggiornato il 17 Gennaio 2022
Cos’è un cheloide? Quali sono i possibili rimedi e la cura? I cheloidi sono lesioni cicatriziali abnormi che si formano sulla pelle a seguito di traumi, ferite, ustioni, tatuaggi o piercing. Il cheloide cicatriziale si distingue dalle cicatrici ipertrofiche per l’estensione della lesione: esso, infatti, cresce in modo esagerato a partire dalla ferita e si diffonde senza regredire in modo spontaneo. Il cheloide non può essere considerato una lesione maligna, ma crea danni antiestetici che spingono molti pazienti a ricorrere ad interventi e cure specifici. E’ facile si possa creare soprattutto nella regione presternale, dorsale, cervicale, deltoidea e nel lobo dell’orecchio.
Diagnosi
Per poter diagnosticare un cheloide, il medico eseguirà un esame obiettivo della lesione.
Le caratteristiche macroscopiche del cheloide implicano un colorito rosso intenso, l’assenza di follicoli piliferi, l’impossibilità di riassorbimento spontaneo, l’ingigantimento della ferita iniziale e la trama irregolare della lesione. Talvolta, inoltre, il cheloide può procurare prurito, fastidio o indolenzimento nella zona in cui sorge, che si accentuano con il movimento o tirando la pelle nella sede affetta.
Rimedi e cure
È facile che l’asportazione chirurgica del cheloide induca ad un’ulteriore lesione, con il rischio che la nuova cicatrice cheloidale risulti più grossa ed estesa rispetto alla precedente. Per evitare simili conseguenze, si può ricorrere a dei trattamenti cheloidali alternativi. Ad esempio, le iniezioni di cortisone per via intralesionale non sono eccessivamente dolorose e permettono di ottenere benefici buoni, nonostante il tasso di recidiva sia elevato.
La laserterapia induce la progressiva regressione del cheloide attraverso la soppressione della proliferazione dei fibroblasti. L’intervento è efficace, sicuro, poco doloroso, ma particolarmente oneroso.
Le iniezioni d’interferone a tutt’oggi vengono considerate ancora innovative, come anche altre scoperte innovative “anti-cicatrice”. Gli esperti, pertanto, sono dubbiosi sull’efficacia nel lungo termine di questo trattamento.
I fogli di silicone sono particolarmente indicati per la gestione dei sintomi del prurito e del fastidio nei pazienti con cheloidi stabili e per la prevenzione delle recidive, meno per l’effettivo trattamento del cheloide.
La crioterapia implica il congelamento della lesione cheloidea con azoto liquido. Nonostante i buoni risultati ottenuti, comporta un’ipopigmentazione che la rende non indicata nelle persone di pelle scura.
Le radiazioni, infine, permettono di ottenere buoni risultati, ma con molteplici effetti collaterali a lungo termine.