Cervello: quello dei campioni di scacchi lavora il doppio

Diventare grandi campioni di scacchi ha ripercussioni benefiche sul cervello: durante una loro partita di scacchi, infatti, lavorano entrambi gli emisferi

cervello scacchi

cervello scacchi I grandi campioni di scacchi suscitano sempre curiosità per le capacità che genericamente vengono loro attribuite perché in grado di destreggiarsi a grandi livelli in questo tipo di attività ludica, notoriamente impegnativa a livello mentale. Ed effettivamente il cervello di queste persone lavora in maniera del tutto diversa da quello dei principianti, durante la performance scacchistica .

Lo ha dimostrato uno studio condotti dagli scienziati tedeschi dell’Università di Tubinga che hanno esaminato, con la risonanza magnetica, l’attività cerebrale di otto scacchisti di fama internazionale e di altrettanti novellini: l’esame è stato svolto mentre i soggetti erano impegnati a risolvere una partita di scacchi e anche invitandoli a identificare forme geometriche differenti.
 
È emerso, così, che i giocatori esperti, quando sono impegnati sulla scacchiera, non solo sono più rapidi, ma attivano aree cerebrali su entrambi gli emisferi, non su uno solo come avviene normalmente (secondo altri studi anche i musicisti sarebbero abili nel coordinare entrambi gli emisferi). I principianti, invece, usano solo il lato sinistro del cervello. Diversamente, nell’attività di identificazione di forme geometriche, il lavoro cerebrale torna uguale in entrambe le categorie di soggetti.