Il nostro cervello non prova paura se non ha l’amigdala. È questa la considerazione che emerge dall’analisi del caso di una donna, seguito in tutti i suoi risvolti dalla neurologa Justin Feinstein, che è arrivata a delle scoperte molto interessanti. La donna ha subito un processo di calcificazione dell’amigdala in seguito ad una malattia genetica.
Da quel momento in poi ha smesso di avvertire tutte le sensazioni di paura e non è stata più capace di mettere in atto delle reazioni di difesa e di fuga. Tutto ciò l’ha portata a comportamenti estremamente rischiosi, frutto del suo eccessivo coraggio non frenato più dalla possibilità di provare paura. Ricerche precedenti avevano mostrato che l’ansia è più o meno acuta in base alla dopamina nell’amigdala e in effetti questa regione cerebrale svolge un ruolo determinante nella regolazione dei meccanismi mentali e comportamentali connessi alla paura.
È comunque da precisare che l’amigdala ha anche altre funzioni rilevanti. Fra queste per esempio si è scoperto che l’amigdala regola la distanza. Ecco perché dei problemi all’amigdala possono essere determinanti a livello del comportamento. Nel caso in questione non sono rimasti impressi nella memoria nemmeno i ricordi di eventi traumatici.
Le ricerche effettuate sulla donna senza amigdala hanno avuto il merito di aprire nuove prospettive in merito alla possibilità di trovare soluzioni terapeutiche adeguate per ciò che concerne le fobie patologiche. Allo stesso tempo tutto ciò ci aiuta a comprendere al meglio i vari meccanismi propri del cervello umano, che non possono restare sottintesi, se vogliamo pensare al benessere generale dell’individuo.