Il cervello umano si caratterizza per una straordinaria capacità di generare sentimenti, che si rivela essenziali per l’evoluzione della specie umana. L’amore che una madre prova nei confronti del figlio è una strategia determinante nell’evoluzione dell’uomo, perché fa in modo che i piccoli ricevano quelle cure necessarie alla loro sopravvivenza e alla loro crescita.
I sentimenti non rispondono a un processo di origine rispondente al caso, ma si collocano in un posto rilevante all’interno del sistema delle relazioni umane. Madoka Noriuchi e la sua squadra di ricercatori dell’Università di Tokyo sono riusciti a portare avanti una ricerca che si è rivelata determinante nell’individuazione delle aree del cervello coinvolte nell’amore materno.
Queste regioni cerebrali si attiverebbero in particolare quando una madre vede il suo bambino piangere, come è stato dimostrato dagli esperimenti condotti dagli studiosi. Le ricerche si sono avvalse dell’osservazione dell’attività cerebrale per mezzo della risonanza magnetica funzionale. Sono state così osservate 13 mamme mentre guardavano dei video in cui comparivano i loro bambini i piccoli sconosciuti in atteggiamenti allegri o tristi.
Si è potuto constatare che le arre maggiormente attive per quanto riguarda l’amore materno sarebbero quelle situate nella corteccia orbito-frontale, nel grigio periacqueduttale, nell’insula anteriore e nelle zone dorsale e ventrolaterale del putamen. Un sistema molto complesso entrerebbe quindi in gioco nel fare in modo che in risposta al pianto di un bambino una madre metta in atto tutte le attenzioni necessarie.
Immagine tratta da: venetidelmondo.com