Il nostro cervello e le strutture che ne fanno parte sono alla base dei nostri comportamenti e delle nostre reazioni nei rapporti di interazione con gli altri. E’ stato scoperto per esempio che, nel nostro relazionarci con gli altri individui, ciascuno di noi è in grado di stabilire delle distanze che ci separano dagli altri in base al rapporto di maggiore o minore confidenza che abbiamo stabilito con loro.
Ognuno di noi ha una sorta di confine personale in termini di spazio fisico e si manifestano delle reazioni specifiche quando un’altra persona invade il nostro campo personale. Di solito reagiamo con poca tolleranza quando un altro individuo con il quale non siamo in intimi rapporti si avvicina troppo a noi, mostrando una sorta di invasione di campo non autorizzata.
Il disagio che proviamo in questo caso sarebbe determinato e regolato dalla regione cerebrale dell’amigdala. E’ la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori del California Institute of Technology attraverso un particolare esperimento che ha coinvolto una donna che aveva riportato una lesione all’amigdala.
Questa paziente mostrava disagio soltanto quando una ricercatrice le si avvicinava ad una distanza di 34 centimetri. Una misura nettamente inferiore a quella pari a 64 centimetri, che per altri 20 volontari era fonte di disagio. Ad essere implicata è quindi l’amigdala, che tra l’altro mostrava un’attività più elevata, osservata con la risonanza magnetica funzionale, quando i volontari vedevano invaso troppo il loro spazio personale. Restano ancora da esplorare le eventuali influenze che a questo livello possono essere determinate dal contesto in cui si vive.
Immagine tratta da: dogbikers.com