Cervello e memoria: i rumori non si cancellano

I rumori non si dimenticano: il cervello registra tutto in modo efficace, archivia ogni singolo suono come un vero e proprio ricordo, nella memoria, e lo collega a una sensazione

il cervello registra i rumoriTanto rumore per nulla? Non si direbbe proprio, ogni piccolo rumore, fastidioso o armonioso che sia, diventa un vero e proprio bagaglio per la memoria, parte di una sorta di archivio del cervello. Una recente ricerca francese conferma: il cervello conserva una vera e propria memoria sonora. Infatti, secondo gli scienziati dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi, in Francia, ogni suono viene registrato dal cervello e rimane in questa sorta di archivio cerebrale per lungo tempo. E’ così che i ricercatori d’oltralpe spiegano la percezione, spesso del tutto personale, dei rumori che scandiscono gran parte delle giornate.
 
Ecco perchè alcuni rumori, anche se non raggiungono picchi di decibel assordanti o non offendono i padiglioni auricolari della maggior parte della gente, ad alcune persone risultano fastidiosi, quasi insopportabili. Anche per quanto riguarda il suono, vale lo stesso discorsi degli odori e dei profumi, che possono piacere o meno, ma, spesso stimolano sensazioni ed emozioni, perchè legati a episodi o situazioni particolari. Funzionerebbe esattamente nello stesso modo anche per i suoni: un rumore può risultare sgradevole, perchè legato a un ricordo spiacevole.
 
Lo studio francese, pubblicato sulla rivista Neuron, si è basato su un esperimento scientifico: i ricercatori hanno utilizzato suoni casuali, ma complessi dal punto di vista acustico, e durante l’ascolto da parte dei soggetti coinvolti hanno osservato e monitorato le aree cerebrali che si attivavano. Quando i suoni già ascoltati si sono ripetuti, le attività cerebrali dei volontari coinvolti nell’esperimento hanno dimostrato di riconoscerli. I rumori si sentono con le orecchie e il cervello non solo li elabora, ma li registra, li trasforma in ricordi e li archivia, in modo rapido, efficace e duraturo.
 
Immagine tratta da: repubblica.it