Articolo aggiornato il 14 Ottobre 2010
Lo studio condotto a Roma, alla Fondazione Santa Lucia, dal dottor Pier Lorenzo Puri, ricercatore dell’Istituto Telethon Dulbecco, ha confermato l’importanza delle cellule staminali sulla rigenerazione dei muscoli. Quest’ultima è il principale fine della cura e del trattamento contro la distrofia di Duchenne. La ricerca, sostenuta anche da Parent Project Onlus, ha individuato nuovi bersagli farmacologici, per evitare il prima possibile il cosiddetto “punto di non ritorno” che i muscoli raggiungono quando non riescono più a rigenerarsi.
Perché occorre velocizzare la terapia? I muscoli, dei malati di distrofia, tendono ad irrigidirsi, il tessuto muscolare duro, che non riesce più a contrarsi. Purtroppo il passo successivo è la sedia a rotelle, e poi la fase terminale, sino alla compromissione di cuore e muscoli respiratori. Associato a questo processo di degenerazione, vi è una cascata di reazioni infiammatorie, che sollecitano e richiamano delle particolari cellule staminali, la cui azione è quella di rigenerare il tessuto muscolare.
Il fine dello studio, pubblicato sulla rivista Cell Stem Cell, è proprio quello di estendere il processo rigenerativo da parte delle cellule staminali, e di ritardare quello degenerativo del tessuto muscolare. Questo potrebbe essere il risultato di un trattamento farmacologico avente come bersaglio dei geni specifici, che portino alla generazione di nuovo tessuto. Se la ricerca dovesse confermare tutti questi meccanismi, aprirebbe nuove speranze per i pazienti, e soprattutto regalerebbe loro del tempo prezioso, ritardando la malattia.