La speranza è tutta lì, ovvero nelle cellule staminali che secondo la scienza moderna potrebbero presto affrancarci da malattie altrimenti incurabili; vero è che la scienza va avanti con i suoi passi giganteschi anche con altre soluzioni, vedi biologia molecolare, medicina genetica e bioingegneria, oltre tutto il resto che la medicina ha approntato fino adesso.
Ma ciò che più di altro impressiona è il fatto di aver capito come cellule staminali provenienti da tessuto embrionale siano in grado di replicarsi autonomamente creando nuovi tessuti laddove dovessero servire a livello terapeutico.
Che le notizie siano appetibili lo dimostra la grande attenzione che lo stesso Barack Obama sta mostrando verso tali cellule staminali che, a parere degli scienziati più accorti, potrebbero sconfiggere sia il Morbo di Parkinson che l’Alzheimer, sia il diabete che l’AIDS, insomma, malattie spesso distantissime fra di esse, diversissime l’una dall’altra ma accomunate da una base comune; la loro cura.
Intanto, nell’attesa di festeggiare i fasti della medicina capace di sconfiggere il male a favore del bene, dai Laboratori della Contea di Los Angeles si lavora alacremente su un gruppo di cellule staminali che in meno di un quinquennio potrebbero offrire un a soluzione ottimale contro la degenerazione maculare, una grave patologia che nel tempo rende ciechi i pazienti che ne sono affetti. I ricercatori californiani ammettono di stare già sperimentando tali cellule direttamente nei tessuti ammalati per capire precisamente i tempi di ricrescita dei tessuti, il modo come tali cellule si riproducono a seconda del sito ove vengano impiantate fino a trovare la “ pozione magica” in grado di risolvere la malattia.
Il grosso limite che ha riguardato la ricerca scientifica fino adesso è stato però rappresentato dal divieto di utilizzare cellule staminali embrionali ricavate dall’embrione umano, un limite che è stato rimosso in America dallo stesso Obama partendo anche dal presupposto che proprio tali cellule presentano una caratteristica importante, ovvero, si dividono senza specializzarsi, fatto fondamentale, anche perché solo in questo modo è possibile impiantarli in quei tessuti che si intende riparare.
“Le cellule staminali embrionali che stiamo utilizzando per creare quelle cellule sono state scartate dalle cliniche per l’infertilità; anziché buttarle nella spazzatura, servono per cercare soluzioni a malattie oggi incurabili”, dichiara il ricercatore dal suo ufficio e in mezzo ai libri che trattano di origine cellulare e degenerazione microscopica.Molti gruppi contrari all’aborto si sono pronunciati anche contro l’impiego di cellule embrionali, in quanto inizio della vita del feto.
E che i vantaggi per la ricerca scientifica siano tangibili con l’utilizzo di tali cellule lo dimostra il fatto che, ad esempio, un trapianto di organo come potrebbe avvenire con il fegato risulta complicato e rischioso ma a volte indispensabile per la vita del paziente; ma se tale trapianto potesse essere sostituito riproducendo parti di organo in laboratorio con le cellule staminali embrionali tutto si semplificherebbe, anche se ciò implica enormi risorse finanziarie per proseguire studi ed esperimenti che non tutti i laboratori dispongono. Un esempio…. per l’anno fiscale 2009 il governo federale ha finanziato trenta progetti di ricerca con cellule staminali embrionali, per un costo di oltre 20 milioni di dollari.
Cellule staminali: da quelle embrionali la speranza di guarigione
Ma ciò che più di altro impressiona è il fatto di aver capito come cellule staminali provenienti da tessuto embrionale siano in grado di replicarsi autonomamente creando nuovi tessuti laddove dovessero servire a livello terapeutico
