Cecità: potrebbe essere risolta grazie ad un chip

Un gruppo di ricercatori tedeschi dell’Università di Tubinga, ha scoperto e sperimentato un chip che impiantato dietro la retina restituisce la vista ai pazienti affetti da cecità

cecità chip può risolverla

cecità chip può risolverlaUn gruppo di ricercatori tedeschi dell’Università di Tubinga, ha scoperto una metodica per cui sarebbe possibile restituire la vista ai ciechi, grazie ad un chip. Lo studio, condotto dal dottor Eberhart Zrenner, e pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B., è stato condotto su undici pazienti. A questi ultimi è stato impiantato un chip, realizzato in collaborazione con una società privata, la Retina Implant AG. Nei primi otto pazienti, da quanto è stato riferito dai ricercatori all’ente BBC, non ha creato nessun miglioramento alla vista. Solo negli ultimi tre pazienti il chip ha dato l’effetto voluto e sperato.

Perché questo? Gli studiosi hanno deciso, dato i primi fallimenti, di modificare la zona di inserimento del chip, ossia di impiantarlo dietro la retina, nella zona maculare centrale. Ricordiamoci che la retina è la parte più importante dei nostri occhi; infatti è la zona dell’occhio che recepisce le immagini e le invia al nervo ottico, che a sua volta le invia al cervello permettendoci di vedere ciò che ci sta attorno. E’ la parte più importante ma anche molto delicata, infatti si tratta di una membrana delicatissima, che se alterata in qualsiasi modo può portare alla cecità. E’ soggetta a varie patologie, come la retinopatia diabetica, la degenerazione maculare, e altre.
Lo studio condotto dai ricercatori tedeschi, è una scoperta sensazionale. Uno dei pazienti sottoposto all’esperimento ha descritto, come dal momento dell’inserimento del chip, è giunto finalmente a vedere. I primi flash di luce ha iniziato a scorgerli, dopo circa tre o quattro giorni dall’intervento, una volta che l’occhio ha iniziato a stabilizzarsi. Dopo di che, man mano che i giorni passavano riusciva a vedere sempre più distintamente, sino ad oggi dove riesce a leggere distintamente le lettere. E’ qualcosa di fantastico per chi come questo paziente di 46 anni, non vedeva più la luce e ciò che lo circondava.