Articolo aggiornato il 13 Dicembre 2021
L’ictus colpisce ogni anno circa 12 milioni di persone al mondo ed è la terza causa di morte nei Paesi sviluppati. Sono stati condotti moltissimi studi su questo grave problema di salute e su ciò che può provocarlo. I medici hanno individuato diversi fattori di rischio che possono scatenare l’ictus nel medio o lungo periodo, ma cosa sappiamo invece su ciò a cui dobbiamo fare attenzione nel breve termine? Ce lo rivela una nuova ricerca.
I fattori di rischio dell’ictus
Come abbiamo visto, l’ictus è un problema di salute piuttosto serio, soprattutto per la sua diffusione. Con questo termine si intende un’improvvisa interruzione (totale o parziale) dell’afflusso di sangue ad un’area del cervello. A provocarla può essere l’ostruzione di un’arteria cerebrale (ictus ischemico) o un’emorragia cerebrale a seguito della rottura di un vaso sanguigno (ictus emorragico). La familiarità e l’età avanzata, ma anche l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e il fumo di sigaretta sono tra i principali fattori di rischio. Tuttavia, questi sono elementi che possono provocarne la comparsa nel medio o lungo periodo.
Lo studio INTERSTROKE, condotto dai ricercatori della National University of Ireland (Galway) e pubblicato sull’European Heart Journal, si è invece concentrato sui fattori di rischio a breve termine. Ovvero sulle possibili cause che possono agire come fattori scatenanti di un ictus acuto. La ricerca ha preso in considerazione quasi 13.500 soggetti che hanno sperimentato una forma improvvisa di ictus, analizzando quanto accaduto nell’ora precedente la comparsa dei sintomi. Sono emersi in particolare tre fattori: la rabbia, il turbamento emotivo e lo sforzo fisico intenso.
Dai dati raccolti, si è evidenziato che il 9,2% dei partecipanti allo studio era arrabbiato o emotivamente turbato, mentre il 5,3% era impegnato in uno sforzo fisico notevole. Andando un po’ più nel dettaglio, i ricercatori hanno scoperto che rabbia e turbamento emotivo aumentano del 30% circa il rischio di avere un ictus nell’ora successiva. Ciò riguarda sia l’ictus emorragico che quello ischemico.
Un esercizio fisico troppo intenso è invece correlato ad un aumento del 60% circa del rischio di avere un ictus emorragico, ovvero di sviluppare un’emorragia cerebrale. È bene in questo caso ricordare che una moderata attività fisica è sempre positiva. Bisognerebbe invece evitare quegli sforzi troppo intensi, soprattutto in presenza di rischi cardiovascolari o di sovrappeso.