Albumina bassa cosa significa e quando preoccuparsi

L'albumina è una proteina prodotta dal fegato che svolge un ruolo importante nel mantenimento del corretto equilibrio dei liquidi nell'organismo. Quando i suoi livelli sono bassi, potrebbero esserci problemi di salute. In questo articolo vedremo il significato di albumina bassa e quando potrebbe essere necessario rivolgersi al medico.

albumina bassa

Articolo aggiornato il 17 Marzo 2023

Si parla di albumina bassa quando dalle analisi del sangue risulta una concentrazione inferiore a 3,5 grammi per decilitro.

L’albumina è una proteina prodotta dalle cellule del fegato e rilasciata nel flusso sanguigno. Rappresenta il 60% del totale delle proteine che si trovano disciolte nel siero ematico.

Il suo abbassamento potrebbe essere la spia di problemi di salute, per questo va tenuta sotto controllo. La sua carenza, infatti, può causare un accumulo negli spazi fra le cellule e la formazione di edemi. In alcuni casi gravi l’accumulo di acqua interessa soprattutto l’addome, che si gonfia in modo spropositato, compromettendo diaframma e organi interni.

Anche l’albumina alta può essere la spia di alcuni disturbi dell’organismo. Scopriamo cosa significa avere l’albumina bassa e quando è il caso di preoccuparsi.

Cos’è e cosa indica l’albumina

L’albumina è una proteina prodotta dalle cellule del fegato, con diverse funzioni importanti nel corpo.

Ad esempio, è importante come materiale di trasporto o nella distribuzione di liquidi all’interno e all’esterno delle cellule.

Questa proteina serve a tamponare il valore del pH e come fonte di energia prontamente disponibile.

L’albumina è un’importante sostanza di trasporto nel sangue; questo vale sia per le sostanze proprie del corpo che per le sostanze che vengono fornite al corpo dall’esterno. Tra le altre cose, l’albumina lega e trasporta:

  • cortisolo;
  • tiroxina;
  • vitamina D;
  • acidi grassi;
  • bilirubina;
  • enzimi;
  • elettroliti;
  • farmaci come anticoagulanti, immunosoppressori e antibiotici.

Adesso vediamo in cosa consiste l’albumina bassa nel sangue.

Albumina bassa nel sangue (ipoalbuminemia)

Uova albumina

La carenza di albumina non è una patologia, quindi è improprio parlare di sintomi. Esistono, però, dei segnali che si accompagnano a questo disturbo e che potrebbero essere la spia della presenza di una malattia sottostante.

Il primo segnale che si riscontra quando i livelli di albumina nel corpo sono abbastanza bassi, è la ritenzione di liquidi. A questi segni si possono aggiungere anche altre condizioni, come i crampi e la diminuzione della forza muscolare e dell’appetito.

Valori dell’albumina nel sangue

Ecco una tabella che riassume i dati sui livelli di sieroalbumina in base all’età:

Età Range di riferimento (mg/dL)
Fino a 4 giorni 2800 – 4400
5 anni a 13 anni 3800 – 5400
14 a 17 anni 3200 – 4500
Dai 18 anni 3500 – 5200

Questi sono solo valori di riferimento approssimativi e che i risultati possono variare in base ai metodi di analisi utilizzati dal laboratorio.

Sintomi e cause dell’albumina bassa nel sangue

La mancanza di albumina nel corpo provoca un calo della pressione osmotica colloidale all’interno del plasma sanguigno. Di conseguenza, l’acqua non può essere trattenuta in quantità fisiologiche nel sistema vascolare. Questo porta a una transizione nell’interstizio (spazio tra le cellule). Questo a sua volta porta alla formazione di edema.

L’albumina è la proteina più comunemente presente nel corpo umano. Assicura anche il trasporto di farmaci e ormoni. La mancanza della proteina quindi pregiudica il loro effetto.

Altri sintomi di carenza proteica sono bassa pressione sanguigna, versamento pleurico e ascite (pancia d’acqua).

Una grande quantità di liquido si accumula tra gli organi nella cavità addominale. Un versamento pleurico, d’altra parte, provoca l’accumulo di acqua nei polmoni.

Se hai lo stomaco acquoso, c’è il rischio che i batteri intestinali entrino nella cavità addominale, il che a sua volta può portare a una pericolosa infezione.

Non di rado, la mancanza di albumina porta ad un aumento della concentrazione di acidi grassi, ormoni e bilirubina nel sangue.

Le cause dell’albumina bassa possono essere differenti. Alcune sono collegate a delle patologie, mentre altre non presentano un collegamento con malattie in particolare.

  • Malattie autoimmuni e infiammatorie croniche – In alcuni casi determinate patologie autoimmuni e caratterizzate da un’infiammazione cronica possono determinare l’abbassamento dei livelli di albumina. Si tratta di patologie collegate al cattivo assorbimento intestinale, come il morbo di Chron, l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico e la psoriasi artropatica possono essere altre cause.
  • Malattie epatiche – Altre malattie che influiscono sui livelli di albumina sono quelle collegate al fegato, come la cirrosi epatica e l’epatite. L’albumina, infatti, è prodotta dalle cellule del parenchima del fegato.
  • Malattie dei reni – L’albumina bassa può essere causata anche da alcune malattie renali che determinano l’alterazione delle membrane dei glomeruli renali. Una di queste patologie è, per esempio, la sindrome nefrosica.
  • Carenze nutrizionali – Spesso nei Paesi del terzo mondo il calo di albumina è collegato alla cosiddetta sindrome che si chiama kwashiorkor. Si tratta di una malattia determinata da una scarsa concentrazione delle proteine del siero ematico, dovuta ad un insufficiente apporto di proteine per carenze nutrizionali.
  • Gravidanza – Con la gravidanza si possono avere dei cambiamenti ormonali e, come conseguenza, i vasi sanguigni possono diventare più permeabili. Questo può ridurre la funzionalità dell’apparato renale e determinare un calo di albumina.

Altre cause che determinano l’albumina bassa sono le seguenti:

  • dieta eccessivamente ipocalorica;
  • sforzi eccessivi;
  • ipertiroidismo;
  • eccessiva produzione di cortisolo da parte delle surreni;
  • aumento della temperatura corporea;
  • tumori;
  • ustioni molto estese;
  • gravi emorragie;
  • pillola anticoncezionale.

Albumina bassa nelle urine

L’albumina è una delle prime proteine ad essere rilevata nell’urina in presenza malattie o danni ai reni.

Le persone con la presenza cronica di piccole quantità misurabili di albumina nell’urina hanno un rischio aumentato di sviluppare una disfunzione renale o malattie cardiovascolari.

Per essere in salute l’albumina nelle urine deve essere assente.

Albumina bassa: quando preoccuparsi e come agire

L’albumina bassa viene definita ipoalbuminemia e si tratta di una condizione patologica che provoca un edema generalizzato. L’ipoalbuminemia si presenta quando il livello è inferiore ai 35 gr per litro e il consiglio è rivolgersi al proprio medico.

Per rimediare ad una carenza di albumina è opportuno individuare la causa che sta alla base del problema. Se si tratta di una patologia, bisogna valutare le strategie adeguate per la risoluzione del disturbo.

A volte potrebbe essere necessario ricorrere a delle vere e proprie infusioni endovena di albumina umana, in particolare quando i valori dell’albumina sono molto al di sotto dei livelli fisiologici.

Bisognerebbe però valutare attentamente questa ipotesi, perché esistono delle controindicazioni, come il costo elevato del trattamento, che spesso non si accompagna a benefici molto evidenti e che si potrebbero ottenere con altre terapie, come l’infusione di soluzioni di colloidi.

In caso di albumina bassa è importante consumare alimenti che possano aiutare a drenare i liquidi e allo stesso tempo che permettano un aumento dei valori della proteina plasmatica. Uno dei cibi che risultano utili in questi casi è sicuramente l’uovo, una vera e propria fonte preziosa di albumina. Quest’ultima è presente anche nel latte.

La ritenzione idrica associata alla carenza di albumina può essere combattuta con l’assunzione di ortaggi e frutta, come i finocchi, l’anguria, l’ananas e gli asparagi. In tutti i casi è però fondamentale rivolgersi al medico di fiducia, per sapere quali precise modifiche bisogna effettuare alla dieta quotidiana, in base ai valori registrati della proteina.

Esistono degli appositi integratori, ma vengono solitamente utilizzati a livello ospedaliero e non è possibile quindi utilizzarli in autonomia.

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