Cannabis, rimedio contro l’emicrania: al via il primo test

Al via il primo test clinico per verificare l'efficacia della cannabis come rimedio contro l'emicrania: sarà una sperimentazioni a doppio cieco

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Foto Pexels | Aphiwat

Un gruppo di studiosi è al lavoro per verificare l’efficacia della cannabis contro l’emicrania. Si tratta della prima volta in cui viene effettuato un test clinico in tal direzione. Infatti, nonostante la sostanza sia utilizzata da migliaia di anni contro questa patologia, non sono mai stati condotti degli studi specifici, come sottolineano i ricercatori dell’Università di San Diego.

La sperimentazione a doppio cieco

Gli studiosi somministreranno ai partecipanti il trattamento con Thc o Cbd, due principi attivi della cannabis, tramite una combinazione dei due o una dose placebo. Per qualificarsi per la sperimentazione clinica, i pazienti devono presentare episodi di emicrania ogni mese, non devono essere consumatori regolari di cannabis o usare oppioidi e devono avere un’età compresa tra 21 e 65 anni. La sperimentazione sarà condotta in doppio cieco. Questo significa che anche i ricercatori, che daranno e valuteranno gli effetti, non sapranno quale trattamento hanno somministrato.

Mancano i dati sperimentali

I partecipanti sono attualmente 20, ma dovrebbero arrivare a quota 90, entro la fine del trial. “Molti pazienti che soffrono di emicrania l’hanno assunta per molti anni senza parlarne con un medico“, spiega Nathaniel Schuster, uno dei ricercatori. “Ora quando ci chiedono se la cannabis funziona contro la malattia non abbiamo nessun dato sperimentale per rispondere“, aggiunge lo studio dell’Università di San Diego. “La cannabis vaporizzata può essere più efficace per quei pazienti che hanno nausea o problemi gastrointestinali correlati alle emicranie“, precisa Shuster, ricercatore presso il Dipartimento di Anestesiologia della UCSD School of Medicine.

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Ecstasy contro il disturbo da stress post traumatico

Nel corso degli ultimi anni, sono sempre di più i test clinici che evidenziano l’efficacia di alcune sostanze per curare alcune patologie. Risale a pochi giorni fa l’ultimo risultato significativo in tal senso: uno studio ha dimostrato che l’mdma, il principio attivo dell’ecstasy, può rappresentare un rimedio efficace contro i sintomi del disturbo post traumatico, se associato a un percorso di psicoterapia.

 

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