Il cane è il miglior amico dell’uomo, e ora ne arriva una nuova prova. Secondo alcuni recenti studi, infatti, la compagnia di un animale domestico protegge la salute degli anziani. In particolare, i dati hanno evidenziato che chi ha un cane durante la terza età ha un rischio ridotto di sviluppare disabilità (e di conseguenza meno probabilità di morire). Benefici, questi, che non sono stati riscontrati invece in chi ha un gatto. Vediamo nel dettaglio cosa ha scoperto la nuova ricerca.
I benefici del vivere con un cane
Vivere con un animale domestico ha sicuramente importanti effetti positivi sulla salute mentale. Ci rende più sensibili ed empatici, migliora il nostro umore, ci fa sentire meno soli anche nei momenti di difficoltà e in generale ci trasforma in persone migliori. Ma è il cane in particolare ad avere dei benefici notevoli per la salute fisica, soprattutto negli anziani. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Plos ONE, condotto dal Research Team for Social Participation and Community Health del Tokyo Metropolitan Institute of Gerontology.
Gli scienziati giapponesi hanno coinvolto nella loro ricerca oltre 11.200 persone di età compresa tra i 65 e gli 84 anni. Incrociando i loro dati su abitudini generali e possesso di animali domestici con quelli sull’insorgenza di invalidità e sulla mortalità per tutte le cause, è emerso qualcosa di molto interessante. Nel periodo di follow up (durato tre anni e mezzo), il 17,1% dei partecipanti allo studio ha sviluppato disabilità e il 5,2% è morto. Per i proprietari di cani, questo rischio è risultato addirittura dimezzato. Mentre non vi sono state discrepanze significative per chi condivide la propria vita con un gatto.
Secondo gli esperti, tutto ciò deriverebbe dalle sane abitudini inevitabilmente adottate dai proprietari di cani. In particolare, queste persone tendono ad uscire di casa più volte al giorno e a fare lunghe passeggiate, che sono il miglior esercizio fisico per combattere la sedentarietà (soprattutto durante la terza età). Il vantaggio risiede dunque tutto nel fatto che il cane spinge il suo proprietario a muoversi, molto di più di quanto non fa un gatto o qualsiasi altro animale domestico.