Il tumore alle ovaie è uno dei più pericolosi per la popolazione femminile, motivo per cui gli scienziati sono alla ricerca di nuovi farmaci per combatterlo. In particolare, a spaventare è la velocità di questo carcinoma nel generare metastasi. Ora una nuova ricerca ha portato a galla un metodo per individuare con più precisione le molecole utili per combattere le cellule metastatiche del cancro ovarico.
Cancro ovarico, la nuova scoperta
Il cancro ovarico colpisce circa 5.200 donne ogni anno, solamente nel nostro Paese. Si tratta di un tumore piuttosto aggressivo, dalla prognosi spesso infausta perché i medici generalmente lo diagnosticano quando è già ad uno stadio avanzato. Inoltre ha una grande capacità di dare vita a metastasi, per via della sua posizione. Dall’ovaio, le cellule cancerose si diffondono facilmente attraverso il liquido ascitico, che si forma nell’addome parallelamente alla neoplasia. Riuscire a combattere queste cellule è fondamentale per dare una speranza in più alle donne affette dal carcinoma ovarico.
Un passo avanti è stato fatto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università Statale di Milano. Lo studio, sostenuto da Fondazione AIRC e pubblicato su Cell Death and Differentiation, ha dato risultati molto positivi. Gli scienziati sono riusciti a mettere a punto degli organoidi monoclonali di cancro ovarico. Sono delle colture tridimensionali derivate da singole cellule individuate nell’ascite. Studiando questi organoidi, hanno scoperto che le cellule metastatiche di ogni paziente sono diverse l’una dall’altra.
Poter analizzare nel dettaglio le singole cellule è importante, perché permette di individuare con maggior precisione quali farmaci utilizzare per ucciderle in maniera selettiva. “Gli organoidi monoclonali ci hanno permesso di identificare bersagli specifici e finora sconosciuti su cui concentrare le terapie” – ha spiegato Giuseppe Testa, direttore del Laboratorio di Epigenetica delle Cellule Staminali e professore di Biologia Molecolare presso l’Università Statale di Milano.
Finora, in effetti, la mancanza di modelli sperimentali aveva ridotto le possibilità di individuare farmaci adeguati al trattamento del cancro ovarico. Questo nuovo metodo apre le porte ad una più vasta conoscenza della fisiopatologia di questo tumore. E dona una nuova speranza alle tante pazienti affette dal carcinoma alle ovaie.