Cancro dell'ovaio: un nuovo test per scoprirlo

PapNext: il DNA mutato nelle cellule è la spia della presenza di tumore ovarico

tumore alle ovaie
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tumore alle ovaie

5.200 donne ogni anno in Italia ricevono diagnosi di tumore dell’ovaio. Il dato proviene dall’ultima rilevazione 2017 del Registro Tumori. Il tumore dell’ovaio è al nono posto tra le forme tumorali e costituisce il 3 per cento di tutte le diagnosi di tumore.

In Europa il tumore all’ovaio rappresenta il 5 per cento di tutti i tumori femminili. È più frequente nella popolazione caucasica, nei Paesi dell’Europa nord-occidentale e negli USA. E’ assai meno frequente nei Paesi asiatici, africani, sudamericani.
Si tratta di un tumore molto aggressivo. Infatti, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi delle donne che lo sviluppano è solo del 30%. Perciò, ci si dovrebbe controllare regolarmente. Tale monitoraggio è ancora più importante per le donne con parenti con tumore dell’ovaio, poiché quasi il 10% di chi ne è vittima ha avuto almeno un familiare con un cancro ginecologico.
Siccome più l’ovaio è attivo più alto è il pericolo di comparsa di tumori ginecologici, sono fattori protettivi le gravidanze, l’allattamento e l’uso della pillola anticoncezionale. Fanno invece aumentare il rischio un menarca (prima mestruazione) anticipato e una menopausa ritardata. Infine, il sovrappeso e una dieta ricca di grassi animali sono fattori di rischio per vari tumori, compresi quelli ginecologici.
Seguendo lo stesso procedimento usato per il Pap test in fase liquida per la ricerca del Dna dell’Hpv (Papilloma virus), che da qualche anno ha affiancato il classico Pap test su vetrino, è oggi possibile individuare in fase molto precoce quasi la metà dei tumori dell’ovaio, oltre al 90% di quelli dell’endometrio.
“Il test è indicato in particolare in caso di familiarità per questi tumori, di mutazioni genetiche note che predispongono a tali patologie oncologiche, di sospetti a seguito di un’ecografia, di sanguinamenti atipici nel periodo vicino alla menopausa o se si è obese, ma anche per le donne che vogliono sottoporsi a uno screening più approfondito”, afferma il dottor Mario Fadin, ginecologo e direttore del Centro Medico Sempione di Milano.
Con PapNext – questo il nome commerciale del test per lo screening dei tumori dell’ovaio e dell’endometrio – si cerca nelle cellule il Dna mutato, che è spia della presenza di tali patologie.
Se per monitorare il tumore del collo dell’utero dai 25 ai 64 anni le linee guida suggeriscono un Pap test ogni tre anni, non sono invece previsti screening per il cancro dell’ovaio e per quello dell’endometrio che invece, soprattutto in presenza di fattori di rischio, non andrebbero trascurati.
Per lo screening dell’endometrio l’ecografia transvaginale è un esame potenzialmente efficace, mentre per quello dell’ovaio l’ecografia consente diagnosi spesso tardive. Questo nuovo test rappresenta un utile strumento di prevenzione.