Già diversi studi hanno dimostrato l’utilità dell’intelligenza artificiale in ambito medico. Ora un nuovo passo avanti: presto sarà a disposizione degli urologi per la diagnosi del cancro alla prostata. Ma anche per evitare esami invasivi non necessari, come ad esempio la biopsia. Negli Stati Uniti il suo utilizzo è già stato approvato, e potrebbe arrivare a breve anche in Italia.
Cancro alla prostata, l’uso dell’intelligenza artificiale
Il tumore alla prostata è il più frequente tipo di cancro nella popolazione maschile. Per questo motivo tutti gli strumenti adatti a combatterlo sono una conquista. La più recente consiste nell’intelligenza artificiale: un nuovo algoritmo si è già rivelato utile nell’aiutare il medico ad effettuare una corretta diagnosi. Il suo impiego, che ha dato esiti positivi in un recente studio pubblicato su Nature, è stato autorizzato dalla FDA (Food and Drug Administration) statunitense.
I vantaggi nell’uso dell’intelligenza artificiale sono notevoli. Innanzitutto si tratta di un metodo efficace e sicuro per ridurre l’esecuzione di biopsie non necessarie. Questo esame è piuttosto invasivo, dal momento che consiste nel prelievo di un campione del tessuto della prostata. Poiché non vi sono indicatori certi per individuare i soggetti che dovrebbero sottoporsi alla biopsia, il rischio è che in molti procedano con gli accertamenti per poi scoprire un esito negativo. Si stima che ciò accada in circa il 40% dei casi (ovvero numerosi pazienti che avrebbero potuto evitare l’esame invasivo).
L’intelligenza artificiale ha dimostrato di poter dare un miglior orientamento all’urologo nel consigliare o meno di effettuare biopsie ai propri pazienti. Ciò ha un impatto importante non solo per coloro che, dietro attenta valutazione dell’algoritmo, non hanno più bisogno di sottoporsi ad accertamenti invasivi, ma anche per il sistema sanitario nel suo complesso. Meno biopsie inutili significa più spazio a chi ha davvero necessità di effettuare esami.
L’impiego dell’intelligenza artificiale contro il cancro alla prostata porta inoltre alla luce un altro aspetto positivo. È possibile infatti evitare – o almeno ridurre – le sovra-diagnosi. Con questo termine si intende quell’elevato numero di casi positivi ma asintomatici, che quindi non hanno rilievo clinico. Molti pazienti presentano infatti un tumore alla prostata a crescita molto lenta e privo di sintomi. Sono casi che quasi sempre non necessitano di un percorso terapeutico, e quindi rischiano solo di intasare ulteriormente il sistema sanitario.