Secondo una ricerca dell’Università di Southampton pubblicata sulla rivista BMC Public Health, bere caffè di qualsiasi tipo aiuterebbe a mantenere la salute del fegato, confermando i risultati di studi precedenti. Non solo diminuirebbe il rischio di contrarre il cancro malattie legate all’abuso di alcol, ma anche anche altre patologie, come per esempio l’epatite cronica.
L’ateneo inglese ha studiato un campione composto da 494.585 persone di età tra i 40 e i 69 anni, dei quali 384.818 consumatori di caffè e 109.767 no. Sono stati monitorati per 11 anni con particolare attenzione allo stato di salute del loro fegato: alla fine della ricerca sono stati 3.600 casi di epatite cronica, che hanno portato a 301 decessi e 1.839 casi di sviluppo della malattia, che in UK è la terza causa di morte prematura, con un +400% di decessi negli ultimi 50 anni secondo il Secondo il British Liver Trust.
L’analisi dei risultati da parte degli scienziati ha mostrato come i bevitori di caffè, al netto di indice di massa corporea, consumo di alcol e fumo, avessero il 21% di probabilità in meno di sviluppare malattie croniche del fegato e -20% quelle del fegato grasso rispetto invece a chi non beve caffè. Inoltre, chi lo consuma ha anche -49% di rischio di morire per malattie croniche.
È importante sottolineare quale tipologia di caffè sia più “salutare” e quale sia la quantità giusra. Secondo lo studio dell’Università di Southampton, se ne possono bere circa 3 o 4 tazze al giorno, ma per lo studio è stato considerato il tipo di caffè maggiormente bevuto in Inghilterra, che non è l’espresso bevuto in Italia, bensì molto più diluito.
La qualità del caffè invece non cambia particolarmente l’effetto della bevanda, infatti, la capacità di protezione del fegato è stata notata sia col caffè solubile, che decaffeinato e che macinato, che è quello maggiormente consigliato, poiché mantiene meglio le proprietà antiossidanti delle fave di caffè.