Articolo aggiornato il 1 Novembre 2023
Il bypass aortocoronarico consiste in una strategia chirurgica, attraverso la quale si cerca di ristabilire il flusso di sangue al cuore. Si rende necessario nel caso in cui le arterie coronarie sono ostruite a causa dell’aterosclerosi. Per mezzo di una stessa operazione si può intervenire anche su più di una ostruzione. Con l’intervento chirurgico si bypassa il punto in cui la coronaria è soggetta ad un restringimento, mettendo a punto una sorta di “ponte” formato da arterie che vengono prese da altre parti del corpo del paziente.
I dettagli dell’intervento chirurgico
L’intervento di bypass aortocoronarico consiste innanzi tutto nel prendere dal paziente i vasi sanguigni che andranno a costituire il “ponte” per bypassare l’ostruzione dell’arteria del cuore. In genere si utilizza a questo scopo la vena safena della gamba, l’arteria radiale del braccio o l’arteria mammaria interna.
Questi vasi sanguigni saranno sostituiti dalla formazione di altri vasi più piccoli. Tra l’altro l’uso di vasi sanguigni presi dal paziente stesso evita le conseguenze di un possibile rigetto.
Raggiunto il cuore attraverso l’apertura della cassa toracica, si procede a cucire sulle coronarie ostruite i segmenti di vasi sanguigni che si sono presi da un’altra parte del corpo del paziente.
Nel frattempo il cuore viene tenuto fermo attraverso un processo di raffreddamento e si utilizza un particolare macchinario per mantenere attiva la circolazione del sangue in modalità extracorporea.
Infine si procede con la richiusura della cassa toracica. In alcuni casi piuttosto rari si può adottare un approccio poco invasivo, evitando di aprire la gabbia toracica, ma praticando differenti incisioni fra le costole nella parte sinistra del torace.
Gli ospedali italiani per l’applicazione di bypass aortocoronarico
Per questo tipo di intervento chirurgico possiamo tenere in considerazione diverse strutture sanitarie italiane: l’ospedale Mazzini di Teramo, gli Ospedali Riuniti di Trieste, gli Ospedali Universitari di Bologna. Questi ospedali garantiscono una ridotta mortalità a distanza di 30 giorni dall’intervento. Le percentuali sono rispettivamente dello 0,23%, 0,60%, 0,64%.
Le strutture ospedaliere, nelle quali non conviene farsi operare in Italia per un intervento di bypass aortocoronarico si trovano principalmente in Campania e in Basilicata. In questi ospedali si registrano delle percentuali di mortalità pari rispettivamente al 7,58%, 8%, 8,22%. Si tratta degli Ospedali di S. Anna e S. Sebastiano di Caserta, dell’ospedale San Carlo di Potenza e della casa di cura Montevergine di Mercogliano, in provincia di Avellino.