La sindrome da burnout è un problema diffuso in questa società ed è bene riconoscere alcuni segnali in modo tale da intervenire al più presto e aiutare chi ne soffre.
Si sente spesso parlare di sindrome da burnout (o più semplice burnout) quando vediamo una persona particolarmente sofferente, ma spesso non si ha idea di quali siano i sintomi che possono caratterizzare questo disturbo. Si tratta di una situazione più diffusa di quanto si possa pensare, soprattutto in un periodo come questo in cui tanti si sentono sotto pressione all’idea di dover dare il massimo in ogni situazione.
Chi è ansioso o ha un carattere particolarmente insicuro può incorrere più facilmente in questo tipo di situazione, pur potendo contare su affetti sinceri che possono essere un sostegno importante. A volte può bastare davvero poco, come un lavoro impegnativo o la fine di un rapporto sentimentale a cui si temeva, per incorrere in questo disturbo.
Burnout: come riconoscere un ambiente di lavoro problematico
Non è eccessivo pensare che il burnout sia un problema tipico della nostra generazione. Il 46% dei lavoratori europei non ha timore di ammettere, come dimostrano i risultati di un’indagine di Eu-Sha, di avere un sovraccarico di lavoro, ma di non poterne parlare apertamente. Avere un impiego è provvidenziale per tanti, soprattutto per chi ha una famiglia da mantenere, proprio per tale ragione non si è in grado di dire facilmente di no quando viene chiesto uno sforzo aggiuntivo.
Addirittura il 50% degli intervistati ha ammesso di essere consapevole di avere tale disturbo, ma di non riuscire a uscire allo scoperto per timore di andare incontro a ripercussioni negative da parte di un capo. Anzi, molti sostengono di essere ormai abituati allo stress e alla tensione che si respira in un ambiente di lavoro da non guardare più a questo come a una patologia che può danneggiare la salute.

Tantissime persone arrivano così a sacrificare la propria vita privata, accettando contratti precari e paghe quasi da fame pur sapendo di avere le competenze per aspirare a qualcosa di meglio. Non è così semplice trovare individui che ammettano di essere in una fase di burnout, soprattutto perché temono di essere ritenuti deboli dagli altri. Ci sono però dei piccoli “segnali” a cui tenere d’occhio per chi è a contatto con qualcuno che è in difficoltà, in modo tale da aiutarlo in modo tempestivo.
Esistono una serie di situazioni da cui sarebbe bene stare lontano se si teme di andare incontro al problema, vediamo quali sono.
- Mancanza di autonomia: non è mai positivo pensare che un’azienda non conceda molta autonomia ai suoi dipendenti, proprio perché sta a indicare una mancanza di fiducia da parte di chi ha un ruolo di responsabilità. Questo può spingere i capi, ad esempio, a non guardare di buon occhio chi non è disposto a restare oltre l’orario di lavoro, come se questo sia da considerare un atto dovuto. Anzi, a mo’ di sfida si tende ad affidare compiti difficili da gestire soprattutto per le scadenze date, che possono essere irrealizzabili.
- Elevato tasso di abbandono: chi arriva in una nuova realtà lavorativa e si rende conto di essere in un’azienda dove spesso c’è turnover tra i dipendenti dovrebbe farsi qualche domanda. Questo, infatti, può essere indice di un ambiente tutt’altro che sano, che spinge le persone a un certo punto a cercare strade differenti per la propria carriera professionale. Attenzione inoltre ai casi in cui sono tante le persone che fanno straordinari, il rischio di andare incontro al burnout è dietro l’angolo.
- Collaboratori competitivi: non è sano nemmeno un posto di lavoro in cui si trovano colleghi poco disponibili e pronti a fare il possibile per dimostrare di essere migliori. Si arriva solo a sprecare energie per dimostrare il proprio valore, comportamento che a lungo andare porta ad esaurimento nervoso e a rientrare a casa esausti.