Il fenomeno del bullismo è sempre più diffuso tra i giovanissimi. Le vittime e i “carnefici” sono spesso compagni di scuola, i quali diventano protagonisti di azioni di violenza fisica e psicologia gravi, che spesso hanno anche occupato le pagine di cronaca. Da più fronti ci si è chiesti come arginare il fenomeno, ma per porre rimedio al bullismo si ci deve interrogare innanzi tutto sulle condizioni che lo generano.
La psicologa Paola Vinciguerra è riuscita a spiegare quali sono le cause del bullismo attraverso i risultati di un’indagine on line che ha interessato 600 persone. Paola Vinciguerra, presidente dell’Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico), ha affermato che secondo i dati emersi i motivi che portano alla nascita del fenomeno sono da ricercare in un’esposizione a videogiochi violenti e in un contesto familiare assente, che determina mancanza di autorevolezza e di regole.
I materiali che i ragazzi possono facilmente trovare su internet, i videogiochi violenti molto diffusi, la fruizione eccessiva e indiscriminata della televisione creano nei ragazzi un’idea del vincente che non si identifica più con il buono e con il coraggioso, che è pronto a rischiare la sua vita per aiutare gli altri. Il vincente al contrario è il cattivo, colui che mostra una maggiore crudeltà ed aggressività. Si diffonde così un modello molto pericoloso per quelli che saranno gli adulti del futuro.
Altro punto dolente è sicuramente il rapporto tra genitori e figli. Presi dai timi frenetici della vita attuale, i genitori hanno poco tempo da trascorrere con i figli, trascurando un aspetto importante, ossia quello emotivo, i cui effetti si fanno sentire proprio sui ragazzi.
Questi ultimi tra l’altro in questo modo sono sempre più soggetti ad insicurezze e a disagi, ai quali non si presta la dovuta attenzione, a causa del poco tempo disponibile, ma anche per il venir meno di importanti punti di riferimento nei casi di separazione dei genitori. La strada vincente contro il bullismo è il dialogo, la comunicazione dei disagi e degli stati emotivi. Tutto ciò, suggerisce Paola Vinciguerra, non deve far trascurare di mettere in atto un atteggiamento autorevole.
Imagine tratta da: tuttoscuola.altervista.org