Un caso di tubercolosi ha colpito una bambina di Bologna. La bimba di dieci anni frequenta le scuole elementari Viscardi, nel quartiere Savena, e adesso si trova ricoverata nel reparto di Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola. L’azienda sanitaria di Bologna ha immediatamente predisposto dei test di controllo che saranno eseguiti sui familiari della bimba, ma anche sugli alunni, le maestre e gli operatori della scuola Viscardi.
Il caso di tubercolosi
La notizia è stata diffusa dalla Ausl di Bologna, che informa che la bimba affetta da tubercolosi è ricoverata presso il reparto Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola da martedì pomeriggio; dopo un primo ricovero presso l’ospedale Gozzardini, la bimba è stata spostata al Policlinico, dove “ha iniziato la terapia – afferma l’Ausl di Bologna – e risponde in modo positivo. È in buone condizioni. Rimarrà ricoverata, comunque, fino a che non sarà più contagiosa”. Il ricovero dovrebbe durare ancora per due settimane ed è proprio il Sant’Orsola a comunicare che la piccola paziente dovrà restare in ospedale “il tempo necessario perché finisca la fase del contagio. La terapia, una volta finita la fase contagiosa, proseguirà poi per altri sei mesi”.
La tubercolosi è una malattia infettiva molto pericolosa, che può portare anche alla morte se non curata in modo adeguato. Il Policlinico di Bologna ha sottolineato che la tubercolosi si può sviluppare anche molto tempo dopo che si è stati contagiati: non si parla solo di settimane o mesi, ma perfino di anni; una persona può accorgersi di aver contratto la malattia anche dopo anni dal momento del contagio.
Test e controlli
Non appena è stata formulata la diagnosi di tubercolosi sulla bambina di Bologna, sono partiti tutti gli accertamenti e i controlli sulle persone che sono state a contatto con la piccola. I test non saranno effettuati solo sui familiari, ma anche su 171 bambini e le maestre della scuola elementare Viscardi. I controlli sono stati programmati per domani, venerdì 20 ottobre 2017, e verrà usato il test Mantoux: “si tratta del più utilizzato per lo screening tubercolare – fa sapere l’azienda sanitaria – che gli operatori della Pediatria territoriale dell’Azienda Usl di Bologna proporranno a scopo precauzionale, come indicato dalle linee guida del ministero della Sanità, ai contatti scolastici dell’alunna, in tutto 171 scolari, oltre agli operatori scolastici”.
La Ausl ci tiene comunque a sottolineare che “chi risulta positivo al test Mantoux non è necessariamente ammalato. La positività del test indica soltanto che la persona è entrata in contatto con il bacillo responsabile della malattia in un periodo della vita e che ciò ha determinato un a reazione di difesa immunitaria. In caso di positività al test vengono poi seguiti ulteriori accertamenti diagnostici”. In ogni caso, si parla di una malattia per cui esistono protocolli di profilassi e cura molto efficaci.