L’attività fisica è una vera e propria medicina: due studi lo confermano

Fare esercizio regolarmente ha ripercussioni positive su tutto il corpo, allungando sì l'aspettativa di vita ma migliorandone anche la qualità

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Foto Pexels | Alena Darmel

Che l‘attività fisica faccia bene è assolutamente noto: siamo tutti consapevoli di quanto migliori la qualità della vita delle persone a qualsiasi età e della capacità di prevenire molti disturbi. L’ennesima conferma scientifica di tutto questo arriva da uno studio australiano e un americano, entrambi a sostegno di quanto sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero che la sedentarietà è tra le prime cause di mortalità nel mondo nonché colpevole di disfunzioni dell’apparato cardiocircolatorio e malattie come diabete e tumori. 

L’attività fisica aiuta a combattere il colesterolo e la pressione alta: lo studio americano

L’American Heart Association (AHA) ja pubblicato un articolo sulla rivista scientifica Hypertension nel quale suggerisce ai medici di utilizzare l’esercizio fisico come una vera e propria medicina da prescrivere a chi soffre di pressione e colesterolo alti. Infatti, secondo una ricerca svolta dall’ente americano, il cambiamento nello stile di vita è curativo in maniera efficace di questi disturbi a un livello lieve o moderatamente elevato.

Il suggerimento è quello di consigliare ai pazienti un cambiamento graduale delle proprie abitudini: vengono indicati movimenti man mano sempre più intensi e impegnativi al fine di ridurre i rischi di problematiche più serie a livello cardiovascolare. I benefici poi sono molteplici, poiché si riducono anche il rischio di tumori, si abbassa la massa grassa, si migliora la salute delle ossa e si mantiene attiva la circolazione, che corrisponde a un’attività cerebrale più brillante. A tutto questo si aggiunge un notevole miglioramento della qualità del sonno.

Lo studio ha infine dimostrato che aumentare l’attività fisica e svolgerla in maniera regolare abbassa la pressione in media di 3-4 mmHg e il colesterolo di LDL di 3-6 mg/dL, riducendo del 21% la possibilità di riscontrare malattie cardiovascolari e del 36% le possibilità di morire di queste.

Il movimento per allungare la vita: lo dice uno studio dell’università di Sydney

A sostegno della tesi che l’attività fisica è una vera e propria medicina, arriva anche uno studio svolto dall’università di Sydney, pubblicato sul Journal of American College of Cardiology. Infatti, è stata svolta una ricerca per riuscire a calcolare quanto movimento bisogna fare per ridurre drasticamente il rischio di mortalità dovuto a patologie cardiovascolari e respiratorie, ma anche diabete e tumori.

Per ben nove anni sono state seguite 149 mila persone ambosessi over 45 e sono state divise in quattro gruppi, ciascuno dei quali svolgeva attività fisica in un quantitativo diverso: i gruppi erano inattivo, non sufficientemente attivo (massimo 149 minuti a settimana), sufficientemente attivo (tra 150 e i 419)  e altamente attivo (oltre 420).

Le persone più a rischio sono risultate quelle che passavano sedute più di 6 ore al giorno e effettuavano meno di 150 minuti settimanali di attività fisica moderata o intensa. Diminuire il numero di ore seduti non riduceva il rischio di mortalità, ma per abbassare tale probabilità l’unico modo era aumentare l’attività fisica: compensa una vita troppo sedentaria, riattivando l’organismo e migliorando la qualità della vita.