Astrazeneca: dopo prima dose, quasi un anno di immunità

Uno studio dell'università di Oxford ha stabilito che una dose del vaccino Astrazeneca può garantire un'immunità fino a un anno contro il Covid-19. Stabilita l'efficacia del vaccino anche contro le varianti

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Foto Shutterstock | Giovanni Cancemi

Articolo aggiornato il 3 Agosto 2022

Il vaccino AstraZeneca conferisce immunità al Covid 19 anche dopo un anno dalla singola dose. Questo è quanto ha stabilito uno studio dell’Università di Oxford che sarà pubblicato su ‘Lancet’. Grazie alla terza dose del vaccino è stato osservato un aumento degli anticorpi.

Astrazeneca: aumento anticorpi fino a 18 volte

Il vaccino Astrazeneca offre un’ immunità della durata di un anno contro il Covid-19.Lo ha stabilito uno studio, che sarà pubblicato su ‘Lancet’, dell’Università di Oxford. I risultati  hanno dimostrato che i livelli di anticorpi rimangono elevati per almeno un anno dopo una singola dose. Il vaccino Astrazeneca (Vaxzevria) ha “determinato un aumento fino a 18 volte della risposta anticorpale quando l’intervallo tra prima e seconda dose è arrivato fino a 45 settimane, un risultato misurato dopo 28 giorni dal richiamo” ha sottolineato in una nota Astrazenca.

“Con un intervallo di dosaggio di 45 settimane tra la prima e la seconda dose, i titoli anticorpali erano quattro volte superiori rispetto a un intervallo di 12 settimane – evidenzia lo studio – a dimostrazione del fatto che un periodo tra prima dose e richiamo più lungo non è dannoso ma può dare un’immunità più forte”.

Efficace anche contro le varianti Covid

Una terza dose del Vaxzevria somministrata almeno 6 mesi dopo la seconda, ha aumentato di sei volte i livelli anticorpali e mantenuto la risposta delle cellule T. Una terza dose ha anche determinato una maggiore attività neutralizzante contro le varianti Alfa, Beta e Delta.  Secondo i risultati, sia la seconda dose che la terza hanno causato meno reazione avverse rispetto alla prima. Il Public Health England aveva già stabilito l’efficacia di Astrazeneca contro la variante Delta, ma con questo studio è arrivata conferma anche per le altre varianti.

Dallo studio emerge “una notizia rassicurante per i paesi con minori forniture di vaccino, che potrebbero essere preoccupati per i ritardi nella somministrazione delle seconde dosi – avverte Andrew J. Pollard, capo ricercatore dell’Oxford Vaccine Group – C’è un’ottima risposta a una seconda dose, anche dopo 10 mesi di ritardo dalla prima”.

 

 

 

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