Vogliamo tornare a parlare di Aspirina, perché nel novero di malattie che il farmaco risolve o previene, esistono delle importanti limitazioni cui è soggetto e occorre al contempo fare determinate distinzioni in fatto di formulazione e composizione dei prodotti maggiormente venduti che occorre ricordare.
Principio attivo
Cominciamo col dire che l’Aspirina, il cui principio attivo è l’acido acetilsalicilico, è uno dei più antichi farmaci conosciuti, il vero capostipite dei Fans, i farmaci antinfiammatori non steroidei, con diverse proprietà terapeutiche, la prima, proprio perché è un antinfiammatorio risolve eventuali infiammazioni articolari provvedendo anche a ridurre l’edema determinato da tali eventi patologici. Ma come ben sappiamo, l’Aspirina ha anche un importante ruolo come antipiretico, ovvero, provvede ad abbassare la febbre in corso di malattie da raffreddamento o infezioni batteriche in generale, ruolo in parte “sgretolato” dal paracetamolo di cui, negli ultimi anni, s’è persino fatto un uso smodato.
Ma c’è l’importante azione dell’Aspirina rappresentata dalla prevenzione di infarti ed eventi cardiovascolari, da quando si sa che il farmaco detiene l’importante funzione di antiaggreggante piastrinico, ovvero, si oppone alla formazione di trombi e coaguli in generale. Ruolo questo non certo destituito di fondamento negli ultimi anni, semmai, anche a seguito di recenti studi, si vuole sottolineare la necessità di affidare al medico, ancor meglio al cardiologo, la titolarità assoluta riguardo alla prescrizione del farmaco, stante il fatto che solo la valutazione delle linee guida della sostanza, ricavata dalla verifica di eventuali rischi rappresentati dagli eventuali eventi vascolari può consigliare o meno la terapia con tale farmaco, atteso che, all’occorrenza, la stessa aspirina è facilmente sostituibile con altre sostanze che svolgono analoga funzione. Ma soprattutto alla luce del fatto che l’acido acetilsalicilico detiene un grande inconveniente, ovvero, quello rappresentato dalla gastrolesività, essendo la causa scatenante delle ulcere gastriche, oltre a rappresentare alla lunga un pericolo per gli stessi reni, minando la funzionalità di quest’ultimi organi.
La necessità di personalizzare in qualche modo il dosaggio e la posologia dell’aspirina in taluni pazienti ha indotto le Case farmaceutiche a prevedere diverse formulazioni del prodotto in funzione dell’indicazione terapeutica presentata o richiesta.
Aspirinetta: differenza con Aspirinetta e Cardioaspirina
Il principio attivo, ovvero, l’acido acetilsalicilico, è sempre quello, ma cambia il dosaggio e la formulazione nelle tre diverse confezioni presenti nelle farmacie. Così, mentre sia l’Asprinetta e la Cardioaspirina detengono una quantità di principio attivo uguale, ovvero 100 mg., nella Cardioaspinina assistiamo alla formulazione del farmaco in associazione con un rivestimento gastro protettivo per limitare eventuali sanguinamenti dello stomaco riferibili a fenomeni ipersecretivi, fino all’ulcera. Oggi tuttavia i medici propendono, per quei pazienti che sono costretti ad assumere il farmaco a vita e che, magari presentano una certa positività nei confronti delle malattie gastriche, anche eventuali farmaci gastroprotettori da prendersi a cicli al fine si scongiurare proprio i rischi al digerente. Tali farmaci oggi sono rappresentati dagli inibitori della pompa protonica, ma va bene anche la ranitidina, da assumersi sempre a giudizio del medico.
L’aspirina, che si può reperire sotto forma di compresse, bustine, fiale intramucolo o endovena a dosaggi da 500 mg fino ad un grammo, quest’ultimo anche in formulazione in fiale, viene utilizzato non più nella prevenzione del rischio cardiovascolare ma per intervenire su fatti acuti e dunque, anche come analgesico soprattutto quando viene somministrato in vena in associazione con altri farmaci o direttamente in flebo. Da sottolineare che ove previsto dai protocolli terapeutici lo stesso farmaco viene utilizzato per contrastare l’azione di eventuali trombi e dunque nei trattamenti d’urgenza quale farmaco capace di evitare l’aggregazione piastrinica con tutti i rischi correlati al trattamento attentamente valutati dai medici e per questo per lo più somministrato in ambiente sanitariamente attrezzato.
Evitare l’Aspirina in corso di dolori mestruali è sempre consigliabile, proprio per evitare un flusso ematico mestruale maggiormente copioso determinato dall’assunzione del farmaco. Per i dolori mestruali meglio rivolgersi a Fans che non detengano le stesse proprietà terapeutiche dell’aspirina.
L’intolleranza all’Aspirina
Come tutti i farmaci anche l’aspirina può non essere tollerata da alcuni pazienti, si parla di almeno 8 pazienti su dieci che nei confronti dell’acido acetilsalicilico ed eventuali suoi derivati che si possono trovare anche in altri Fans, sviluppano un’allergia.
Basterebbe solo questo per scoraggiare un uso del prodotto incongruo e privo di quelle necessarie garanzie che di norma dovrebbe dare la prescrizione medica. Sviluppare un’allergia ad un farmaco è cosa tutt’altro che secondaria, il rischio nei casi gravi può persino essere la morte, per intervenuto shock anafilattico.
Chi nella malaugurata ipotesi si trovasse nelle condizioni di sviluppare un’intolleranza al farmaco dovrà evitare di assumerlo un’altra volta e per tutta la sua vita, ciò anche quando la reazione venutasi a determinare dovesse presentarsi in forma lieve, con rash cutanei, gonfiori generalizzati, pruriti. La seconda assunzione infatti potrebbe essere fatale! Inutile dire che dopo aver assunto aspirina, ma questo vale ahinoi con tutti i farmaci, al presentarsi di un solo sintomo avverso, ripetiamo, orticaria, eruzioni cutanee, prurito e gonfiore anche lieve, dovrà non indugiare, semmai dovrà recarsi con urgenza in un qualsiasi pronto soccorso, in ballo c’è la sua stessa vita!