Articolo aggiornato il 15 Dicembre 2011
Gli italiani, secondo le ultime statistiche, sono una popolazione sempre più longeva. Questo aumento della speranza della vita, e quindi della riduzione della mortalità, è dovuto ad una serie di fattori: innanzitutto le patologie, come i tumori, che prima rappresentavano una vera e propria minaccia per la vita, sia degli anziani che dei giovani, ora, grazie all’avanzare della ricerca, non è più così.
Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha presentato una Relazione che sottolinea lo stato di salute del paese italiano, e lo fa con dei risultati ottenuti da studi statistici degli ultimi anni: il 2009 ed il 2010. Secondo la relazione, la speranza di vita degli uomini è salita, in media, a 78,8 anni per gli uomini ed a 84,1 per le donne. Se pensiamo che il numero degli abitanti in Italia è pari a 60 milioni, e che il 20,3% di questi ha più di 65 anni, capiamo come l’anzianità sia una costante importante. Questi dati posizionano il nostro Paese ai primi posti al mondo per quanto riguarda il trend di invecchiamento. Come accennato sopra il motivo principale è la riduzione della mortalità (che partendo dagli anni novanta è pari a circa il 20% per gli uomini e a il 10% per le donne) grazie a cure sempre più specifiche per sconfiggere patologie, un tempo sicuramente fatali.
Tra i dati riportati nella relazione anche quelli che riguardano i giovani, ed i fattori che incidono sulla loro mortalità. Per quanto riguarda i bambini e gli adolescenti (fascia di età compresa tra 0 e 14 anni) il 91,8% di questi è in buona salute. Le patologie che colpiscono questa fascia di età sono soprattutto le malattie allergiche, bronchite cronica, e l’asma (il 10% ne soffre attualmente rispetto al 2,3% degli anni settanta). Mentre la causa di morte per i giovani, con età superiore ai 20 anni, è rappresentata dagli incidenti stradali, dovuta ad una serie di fattori, come l’alcol, le tossicodipendenze, l’alta velocità, le distrazioni, i colpi di sonno. Problema importante di cui non ci si deve dimenticare, ma anzi continuare a parlarne per sensibilizzare e migliorare questo grave dato (339 all’anno di cui 269 appartengono alla fascia di età tra i 15 ed i 19 anni).