Anziani: l'amore non va in soffitta!

Chi ha detto che gli anziani, se in buona salute, non possaano avere una vita sessuale normale

Articolo aggiornato il 31 Gennaio 2008

Chi ha detto che gli anziani, se in buona salute, non possaano avere una vita sessuale normale
La cinematografia annovera nomi famosi del mondo della celluloide che a tarda età, intorno ai 70 anni, concepirono un bambino.Charlie Chaplin e Anthony Queen ne sono un esempio lampante di come, se non intervengono patologie della terza età in maniera incisiva, davvero l’amore non va in pensione.
Eppure, ciò stride con la nostra società e con i modelli che questa ci trasmette, dove il successo, in tutti gli ambiti, sembrerebbe appannaggio solo dell’età più giovane, periodo in cui ogni sorta di gratificazione dovrebbe essere racchiusa entro dei canoni rigorosi e quanto mai rigidi. Anche se, la nostra epoca è quella che più di ogni altra beneficia dell’allungamento della vita media, ma al contempo non è in grado di annettere l’importanza che invece meriterebbe una sessualità attiva anche per coloro che si ritrovano all’interno di questa fascia d’età. In questo non ci aiuta neanche l’immagine comune che certi stereotipi anche inculcateci dai media vuole gli anziani solo pervasi da sentimenti di dedizione verso i piccoli, immagini di nonni premurosi pronti a sopportare di buon grado ogni sorta di capriccio da parte dei pestiferi nipoti di cui si prendono cura a ogni piè sospinto e sempre meno, invece, ci viene trasmessa la realtà di una persona anziana, a qualsiasi sesso appartenga, vitale e ancora desiderosa di fare sesso. L’idea di un corpo che, pure piegato dagli anni, possa ancora essere interessato dal desiderio sessuale, da pulsioni, al pari, sia pure in modo diverso, da quelle che coesistevano da giovani,è qualcosa che, per molti, appare persino patetico.
La parola alla scienza
Facendo seguito al sapere scientifico, non si può nascondere il fatto che nell’anziano la quantità dell’ormone testosterone, solo per citarne una, è certamente ridotta e ciò avviene dai 45 anni d’età in poi, fino, quasi, 75 anni. Tuttavia, ciò non vuol dire che la ridotta quantità di questo ormone sessuale debba significare la fine della sessualità nell’anziano, tenuto conto che se tale diminuzione avviene in maniera regolare e, soprattutto fisiologica, in assenza di significative patologie che condurranno, magari, ad un amplesso diverso, magari di durata minore, rispetto alla giovane età,inficerà il rapporto sessuale. La scienza non nasconde di certo che al trascorrere degli anni altre modificazioni della sfera sessuale si manifestano in maniera più accentuata, si pensi, ad esempio, che, oltre i settant’anni d’età, se da un lato aumentano i tempi, nel maschio, per raggiungere un’erezione completa, dall’altra diminuisce la quantità di sperma emesso; ma non sempre ciò si riverbera nella capacità di generare un figlio, del resto gli esempi di cui sopra lo testimoniano, così come non è affatto escluso che l’anziano possa ancora essere in grado di dare piacere e goderne al tempo stesso, in una normale vita sessuale.
Piuttosto, nei due sessi, ad essere maggiormente penalizzate sono le donne, ma anche qui c’è da fare un distinguo, perché, se è vero che con l’avvento della menopausa, con l’impossibilità delle ovaie di produrre ovuli, fra i 40 e i 50 anni d’età, oltre all’impossibilità di generare figli si assiste ad una modificazione della fisiologia, questo fatto ha più ripercussioni da un punto di vista della psicologia che della fisiologia. Si pensi al fatto che la donna in menopausa si sente spogliata della sua femminilità, già solo per il fatto di sapere di non essere più in condizioni di generare, fatto che induce a modificazioni che, oltre che di natura ormonali, sono per lo più attribuibili al nuovo ruolo cui non sempre, psicologicamente, si riesce ad adattarsi al meglio.
Ma anche qui, troppi preconcetti sono da superare, perché la perdita della fertilità, non coincide e non si deve neanche pensare debba coesistere, con la perdita del desiderio sessuale, addirittura, in certi casi, si assiste al contrario; dopo una vita passata con la paura di una gravidanza indesiderata, può essere anche che si recuperi quella sicurezza che si riflette al meglio nei rapporti sessuali. Oltretutto, fatto per nulla trascurabile, non v’è nessuna evidenza scientifica, anzi è vero il contrario, che col passare degli anni il clitoride perda di sensibilità.
Si potrebbe, dunque, concludere che, in assenza di importanti patologie, sono spesso i pregiudizi a rovinare i rapporti col sesso da parte degli anziani,per non contare che, le depressioni, spesso slatentizzate, nelle donne da una menopausa, o da un ruolo inadeguato assunto in questa stagione della vita, negli uomini da forme curabili di impotenza senile, per fare un esempio, sono le cause che più di altre minano una buona vita sessuale nell’anziano in genere; al punto che, si assiste, sovente a situazioni paradossali, come quelle di un anziano che “rovina” un normale rapporto sessuale, per l’idea di essere inadeguato a letto e per la consapevolezza di assistere ad un decadimento generale del proprio corpo o, addirittura, per via del timore di “rimediare” una magra prestazione amorosa.
Restare giovani dentro, questa la ricetta
Restare giovani dentro, certo, più facile a dirsi che ad attuarsi ed in questo, molto dovrà fare l’individuo e la stessa società che lo circonda, intendendo anche i congiunti prossimi che gli stanno intorno. Da parte dell’anziano si richiede una cura del proprio corpo anche aiutato in questo da un moderato esercizio fisico di mantenimento che, oltre che ad ossigenare i muscoli ed a tonificarli, aiuta a sopportare meglio la fatica, anche a letto; allo stesso si chiede di utilizzare i farmaci con razionalità, senza abbandonarsi all’idea che per ogni situazione debba esistere un farmaco in grado di risolverla, atteso che, spesso, una condotta di vita regolare può, già di per sé, apportare quei benefici che, generalmente, l’anziano riferisce al farmaco, senza per questo criminalizzare delle sostanze che contribuiscono sicuramente a migliorare anche la qualità della vita. Un altro ruolo importante è rivestito dall’alimentazione; questa, nel possibile, dovrà essere variegata e “allegra”, i soliti piatti, cucinati senza cura, inducono, già solo per questo, tristezza, così come, non dovranno mancare svaghi e interessi alla vita, da parte degli anziani, demolendo quella idea sbagliata che l’uomo o la donna in età avanzata debba essere di peso agli altri, al contrario, dovranno essi stessi farsi carico del prossimo, se le condizioni di salute lo consentono e questo dovrà essere visto come un modo per sentirsi utili, non certo perché ci si aspetti dalla persona anziana una sorta di jolly da utilizzare al bisogno quando serve, quanto invece per rivalutare al meglio la persona e una stagione della vita che può e deve essere vissuta senza troppi traumi e rimpianti di sorta. Quando queste semplici regole vengono soddisfatte al meglio, anche la sessualità ne risente positivamente, considerato che, quando possibile, l’anziano non dovrà smettere di praticarla, purchè non venga vista come un’ossessione come un’altra per dimostrare a se stessi e agli altri di sentirsi giovani sempre e ad oltranza.
Infine, è importantissimo per la persona anziana, stabilire un rapporto ideale col proprio medico di famiglia al quale dovrà essere riferito, senza indugio alcuno, ogni variazione si dovesse notare nel proprio organismo e nei propri atteggiamenti, soprattutto se questi risultano modificati improvvisamente. Ciò anche perché, modificazioni dell’umore in maniera repentina, rispetto al passato, potrebbero essere causate da forme depressive latenti, patologie di grande significato clinico proprio nella terza età, situazioni che vanno affrontate immediatamente al fine di risolverle al meglio e non soltanto ai fini della vita sessuale, ma della vita in generale.

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