Antigonfiore: strategie da spiaggia

Come sfruttare i benefici del mare e del sole per attenuare il gonfiore alle gambe

passeggiata sulla spiaggia

passeggiata sulla spiaggia

Che il mare faccia bene al corpo e allo spirito è fuori discussione, ma i suoi benefici sono strettamente correlati al tipo di vita che si fa in spiaggia. Passare molte ore sotto il sole, sdraiati sul lettino, non solo ci espone al rischio di scottature ed eritemi, ma mette a dura prova anche il microcircolo, con la conseguenza che i capillari diventano evidenti e le gambe si gonfiano e diventano pesanti.

Ecco, allora, che alle classiche passeggiate sul bagnasciuga, con le gambe immerse in acqua almeno fino a metà coscia, si affiancano piccoli accorgimenti che ci aiutano a tenere questo fenomeno sotto controllo.
Spiega il professor Alberto Massirone, medico chirurgo specializzato in Chirurgia estetica e presidente della Società di Medicina Estetica Agorà:
“I soggetti più esposti sono le donne, con una incidenza di tutte le patologie venolinfatiche in rapporto di 7 a 1 rispetto agli uomini. Dopo i cinquant’anni una donna su due, ci dicono le statistiche, soffre di insufficienza venolinfatica, ma in molti casi anche in età precoce.
Tra le cause troviamo la familiarità, ma anche squilibri ormonali, uno stile di vita sedentario, l’uso di tacchi troppo alti o abbigliamento aderente e non da ultime le gravidanze: in tutte queste situazioni il sangue incontra difficoltà nello scorrere per motivi di compressione, dati dalla presenza di liquidi che ristagnano negli interstizi.
In particolare, l’effetto si mostra nel circolo superficiale dove preme sulle pareti dei vasi che si dilatano, diventano fragili e risultano visibili come capillari rossi o bluastri, le caviglie si gonfiano e sono doloranti, affaticate e si percepisce un senso di pesantezza. Tutti questi sintomi peggiorano con il caldo, che crea vasodilatazione”.
Per contrastarli, allora, via libera a frequenti docce fredde, ma non gelate, che creano vasocostrizione inducendo un esercizio vascolare che aiuta il ritorno venoso e a una dieta ricca di flavonoidi, polifenoli – mangiate tanti mirtilli, che sono ricchi anche di complessi antacianosidici -, e vitamina A, e infine all’automassaggio, da eseguire partendo dalla pianta del piede e risalendo fino alle anche.

“L’automassaggio”, precisa il professor Massirone, “è anche un’occasione per scoprire la presenza di varici, nel qual caso occorre rivolgersi al medico”.
E poi molto movimento, evitando comunque le ore più calde della giornata.
Ci sono poi trattamenti specifici che andrebbero programmati durante tutto l’anno, per un beneficio profondo e duraturo, ma che all’occorrenza si possono fare anche come terapia d’urto, per alleviare i disagi.
“L’ideale sarebbe indossare sempre calze a compressione graduata”, spiega il professor Massirone, “che facilitano il ritorno venoso e linfatico: per ovvie ragioni d’estate è impossibile, ma portandole ogni giorno durante l’inverno si avvertiranno già dei benefici. A questo si possono combinare trattamenti drenanti, meccano-stimolazione, linfodrenaggio manuale, carbossiterapia e intradermoterapia (la mesoterapia), sostenuti eventualmente anche da terapia farmacologica e nutraceutica con aesculus hippocastani, rutosidea, carbazocromo, edera ed estratti dal mirtillo.
Ma la cosa essenziale”, sottolinea Massirone, “è che questa terapia combinata venga indicata da un medico, un medico estetico o un flebologo, dopo attenta valutazione della situazione. Dietro al gonfiore e alla presenza di capillari, infatti, si possono celare patologie circolatorie ben più serie che andrebbero valutate e affrontate per tempo, onde evitare che degenerino”.