Antibiotici: troppo pochi quelli attivi per le infezioni di domani

Eppure, senza giungere a tali scenari apocalittici, gli esperti non nascondono una certa preoccupazione per il prossimo decennio, ipotizzando la necessità, entro il 2020, appunto, di poter disporre di nuove molecole in grado di contrastare nuove famiglie di batteri che si sono dimostrate e che, via ,via si dimostrano sempre più resistenti agli attuali farmaci

antibiotico
Nella storia dell’umanità la scoperta degli antibiotici dovrà essere ricordata come una pietra miliare che ci ha sicuramente affrancato da terribili malattie delle quali un tempo il genere umano doveva confrontarsi ogni giorno. La sola idea che domani potremmo trovarci scoperti di fronte alle infezioni dovrebbe farci tutti rabbrividire.
Eppure, senza giungere a tali scenari apocalittici, gli esperti non nascondono una certa preoccupazione per il prossimo decennio, ipotizzando la necessità, entro il 2020, appunto, di poter disporre di nuove molecole in grado di contrastare nuove famiglie di batteri che si sono dimostrate e che, via ,via si dimostrano sempre più resistenti agli attuali farmaci.
 
Lo afferma un editoriale della ‘Infectious Diseases Society of America’ che ha lanciato la ’10 x ’20 initiative’ sulla rivista Clinical Infectious Diseases. Lo studio summenzionato si lega ad un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ipotizza scenari poco tranquillizzanti per il futuro, periodo in cui la vera e propria minaccia per l’umanità potrebbe essere quella di trovarsi del tutto spiazzata di fronte a nuova famiglie di patogeni resistenti.
 
“Le passate generazioni ci hanno fatto il dono degli antibiotici“, ha spiegato David Gilbert, uno degli autori, “oggi abbiamo l’obbligo morale di far si’ che questo tesoro possa essere disponibile anche per le future generazioni”. Secondo gli esperti, per risolvere il problema serve il coinvolgimento di industrie e istituzioni pubbliche che determinino il giusto mix di incentivi per portare avanti l’innovazione in questo campo.