Antibiotici: diminuisce l’utilizzo in Italia

Secondo un recente studio dell'Efsa, l'uso degli antibiotici in allevamento è per la prima volta inferiore al consumo umano ma la resistenza rimane alta

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Foto Pixabay | stevepb

Si usano meno antibiotici per animali e esseri umani in Italia, ma i livelli di consumo e resistenza a questi farmaci sono ancora tra i più alti d’Europa.

Antibiotici per l’allevamento inferiori al consumo umano

In Europa l’uso degli antibiotici in allevamento è per la prima volta inferiore al consumo umano. Questo è quanto emerge dal rapporto “Consumo di antimicrobici e resistenza nei batteri dell’uomo e degli animali”, preparato dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e Agenzia europea per i medicinali (Ema).

Lo studio, che esamina dati tra il 2016 e il 2018, è il terzo sul tema condotto dalle agenzie Ue con l’approccio “One Health” che collega la salute degli animali, dell’uomo e degli ecosistemi. Il calo significativo nell’impiego di antibiotici negli animali da produzione alimentare indica che le misure assunte a livello nazionale per limitarne l’uso si stanno rivelando efficaci. Tra il 2016 e il 2018 si è quasi dimezzato negli animali da produzione alimentare l’uso di una classe di antibiotici chiamati polimixine, che include la colistina. Si tratta di uno sviluppo positivo in quanto le polimixine sono utilizzate anche negli ospedali per curare i pazienti infettati da batteri resistenti a più farmaci.

L’uso di antibiotici è diminuito e, per la prima volta, è inferiore negli animali da produzione alimentare che nell’uomo. Si tratta di una notizia incoraggiante che ci porta a ritenere che le misure in atto siano efficaci e la strada imboccata quella giusta“, commenta il direttore di Efsa, Bernhard Url.

Secondo il quadro che emerge dallo studio la situazione in Europa varia in modo significativo in base al Paese e alla classe di antibiotici. La situazione migliora anche in Italia, con una chiara tendenza alla diminuzione dei consumi tra il 2014 e il 2018. Ma il fenomeno della resistenza resta stabile e a livelli alti.