Ansia sociale nei giovanissimi, un aiuto arriva dalla realtà virtuale

La realtà virtuale si trasforma in terapia, per aiutare gli adolescenti a combattere alcuni disturbi psicologici come l'ansia sociale.

Ansia sociale
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Sono sempre più i giovani, soprattutto nella fase dell’adolescenza, che negli ultimi mesi hanno sperimentato disagi psicologici. Uno di questi è l’ansia sociale, che ha trovato terreno fertile nel periodo del lockdown e nelle insicurezze nate a causa della pandemia. Secondo alcuni studi, un trattamento efficace proprio per i ragazzi consiste nell’uso della realtà virtuale? Ma di che si tratta, e in che modo agisce a livello cerebrale?

Ansia sociale, ora si cura con la realtà virtuale

L’ansia sociale è un disturbo psicologico che negli ultimi due anni ha colpito molte persone, in particolare tra i giovanissimi. Tanti ragazzi, sperimentando la didattica a distanza e l’impossibilità di uscire di casa per diversi mesi, hanno sviluppato una sorta di timore nel tornare tra i propri coetanei. È dunque importante più che mai aiutarli ad affrontare il problema. Un supporto potrebbe arrivare dalla realtà virtuale, che lungi dall’essere usata solo nei videogame è molto utile anche in ambito sanitario.

A rivelarlo sono alcuni ricercatori della Charles Sturt University di Bathurst (in Australia), che hanno condotto un’accurata revisione su centinaia di studi sull’argomento. In particolare, sette di essi si sono rivelati particolarmente interessanti. Naturalmente vi sono ancora poche evidenze scientifiche per poter parlare della realtà virtuale come un vero e proprio trattamento per i disagi psicologici, tuttavia le premesse sono decisamente buone.

La realtà virtuale può agire in due diverse direzioni, facendo proprie sia la tecnica della terapia cognitivo-comportamentale che quelle legate alla mindfulness. Nello specifico, può essere impiegata per la desensibilizzazione – che avviene mediante esposizione del paziente alle situazioni che gli creano ansia. Ma non solo: la realtà virtuale può essere utilizzata anche per superare il problema, mostrando al paziente di essere in grado di gestire (in ambiente virtuale) le stesse situazioni per lui problematiche.

Il modo in cui questo trattamento agisce è legato ai neuroni Gps, delle cellule coinvolte nel nostro processo di orientamento nello spazio. Dal momento che la realtà virtuale non ha particolari effetti collaterali (ad eccezione della possibilità di sperimentare nausea se si è soggetti al mal d’auto, a causa della stimolazione del sistema vestibolare), è possibile che venga sempre più largamente impiegata proprio come terapia per aiutare gli adolescenti nell’affrontare i disturbi psicologici.