Aneurisma cerebrale: sintomi, diagnosi, conseguenze e trattamento

Una malattia subdola dall'esordio a volte improvviso

Articolo aggiornato il 30 Aprile 2008

Aneurisma Cerebrale
Per fortuna tali fatti non sono all’ordine del giorno, ma quando capitano potrebbero essere guai a volte anche molto seri; parliamo degli aneurismi cerebrali, un pericolo quasi sempre inavvertito perché, haimè, asintomatico ma che si conclama a volte in un attimo soltanto. Il guaio è che questi accidenti vascolari, a detta dei medici, stanno divenendo sempre più frequenti, anche se, leggendo bene le dichiarazioni degli studiosi del fenomeno, parrebbe che l’aumento dell’incidenza di aneurismi cerebrali sia solo un fatto di maggiori possibilità diagnostiche cui oggi si dispone rispetto al passato che consentono di monitorare, mediante TAC e Risonanza Magnetica ed a volte di diagnosticare la grave patologia ancor prima che essa si presenti. Vero è che però, in assenza di sintomi, nessuno si sognerebbe mai di sottoporsi a questi esami.

Cos’è un aneurisma cerebrale

Intanto chiariamo subito che per aneurisma cerebrale si intende una sorta di estroflessione di un’arteria cerebrale che assume le sembianze di un vero e proprio palloncino e che va ad interessare un’area a minore resistenza del vaso. Ciò può avvenire per cause congenite che sono poi la maggior parte delle situazioni, ma anche acquisite nell’arco della propria vita, ad esempio, infiammazioni importanti cerebrali o traumi impegnativi cranici, tutte cause che possono dar luogo ad aneurismi di diversa grandezza, forma e sede con dimensioni che possono raggiungere anche un diametro, riferito alle forme a “sacco”, persino di 5 centimetri, anche se, generalmente, l’evidenza mostra sovente dimensioni minori dell’aneurisma.
L’età in cui maggiormente si assiste alla formazione di questa condizione patologica è nella fascia che va dai 35 ai 60 anni, mentre i bambini difficilmente ne vanno soggetti. Chi sviluppa un primo aneurisma cerebrale difficilmente non è portatore di altri più piccoli aneurismi disseminati che in sede di diagnosi il medico cerca di localizzare, tutti.

Percentuale d’insorgenza

Circa il 2% della popolazione europea è a rischio aneurisma cerebrale, così come, molti individui pur avendo in se uno o più aneurismi non se ne accorgerà per tutta la vita, convivendoci, così come molti individui pur avendo in se uno o più rischi di aneurismi cerebrali non se ne accorgerà per tutta la vita perché restano asintomatici, tuttavia, sulla percentuale di cui sopra, bisogna calcolare che circa un 2, 3% di quei soggetti che ne soffrono corrono il rischio di vedersi scoppiare il proprio aneurisma cerebrale.

Sintomi

Quando l’aneurisma cerebrale è molto piccolo non da sintomi, quando è grande a causa della pressione esercitata su organi e strutture vicine potrà dare diversi disturbi, quali cefalee, disturbi visivi, crisi epilettiche, disturbi della deambulazione e del linguaggio.

Diagnosi

Con la TAC ( Tomografia assiale computerizzata ), così come con la RM (Risonanza Magnetica ) è possibile diagnosticare la grave patologia. Quando si vuole giungere ad una diagnosi più approfondita e certa si può ricorrere ad una particolare RM chiamata elicoidale o con un altro esame quale l’angiografia cerebrale. Da tenere presente che il medico può orientarsi verso questi esami laddove ravveda la possibilità anche di una disseminazione estesa di aneurismi.

I casi di sanguinamento

Non è del tutto chiaro il motivo secondo il quale un aneurisma cerebrale silente improvvisamente cominci a sanguinare; tuttavia si può ipotizzare che causa del sanguinamenti sia, ad esempio, un rialzo improvviso della pressione arteriosa, così come un’altra causa potrebbe essere lo stress, persino le forti emozioni.

Gli effetti della rottura di un aneurisma cerebrale

Quando un aneurisma cerebrale sanguina si assiste ad effetti diversi in funzione della grandezza, della forma assunta dall’aneurisma stesso; se la massa di sangue che si va a riversarsi è limitata i sintomi più evidenti sono rappresentati dalla cefalea, compreso l’eventuale vomito incoercibile di natura encefalica, svenimenti e, nei casi più seri, si può giungere persino al coma.
Quando invece si arriva alla vera e propria emorragia con versamento all’interno del cranio il paziente riferisce un’emicrania con dolore insopportabile ed intensissimo, ancora una volta vomito encefalico ed in certi casi si può giungere al danno cerebrale vero e proprio a causa della compressione determinata dall’ematoma o per eventuali cause correlate.
La morte in questi casi è una delle conseguenze più frequenti nei casi più gravi, fatto che può avvenire nel giro di qualche ora e su dieci pazienti, almeno tre muoiono in breve tempo, tre durante il ricovero nei primi giorni di trattamento e tre invece vivono riportando danni permanenti di diverso grado a seconda del danno cerebrale che si è determinato a seguito dell’emorragia. Infine, tre pazienti su dieci, tuttavia, ha speranza di una guarigione completa.

Il trattamento

Il trattamento dell’aneurisma cerebrale può essere duplice, chirurgico, mediante tecniche diverse che consente allo specialista di raggiungere la sede della lesione una volta aperto il cranio ed evitando che l’aneurisma cerebrale riversi altro sangue oltre ad assorbire quello già presente. Esiste anche una tecnica meno invasiva che prevede l’uso di un catetere di dimensioni ridottissime inserito all’interno della circolazione venosa, in questo modo si riesce, dopo aver assorbito l’ematoma a ridurre l’aneurisma cerebrale.

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