L’anemia aplastica, detta anche aplasia midollare, insorge quando il midollo osseo non produce globuli rossi in modo adeguato e nella giusta quantità. Le cause sono varie: la malattia può essere congenita o essere provocata dalle tossine ambientali. In ogni caso si tratta di una patologia rara. I sintomi più caratteristici sono costituiti da un senso di stanchezza e dalle difficoltà di respirazione. Il tutto può essere accompagnato da sanguinamenti, lividi, febbre ed infezioni. Le cure sono rappresentate da una terapia di supporto o in una immunosoppressiva. A volte è necessario sottoporsi ad un trapianto di midollo osseo.
Le cause
Le cause dell’anemia aplastica possono essere varie. In alcuni casi si tratta di un problema congenito, come, ad esempio, nella sindrome di Fanconi, una delle forme congenite della malattia. Nei casi in cui la patologia è acquisita sono da ritenere imputate alcune tossine ambientali. Fra queste ultime in particolare è considerato pericoloso il benzene, di cui si fa un ampio uso nell’industria dedicata alla produzione di tinture ed esplosivi. Questa sostanza è spesso la causa di problemi di salute in cui è implicata la funzione svolta dal midollo osseo.
Altre sostanze ritenute nocive in questo senso sono: i distillati del petrolio, l’insetticida DDT, l’olio per la protezione del legno e il tolulene utilizzato sotto forma di colla. A volte il tutto si può manifestare in seguito a delle infezioni virali: è il caso dell’epatite A, della B e dell’azione del virus Epstein Barr.
Anche l’uso di alcuni farmaci può essere pericoloso. Basti pensare al cloramfenicolo e al fenilbutazone, ma anche alla carbamazepina e alla fenitoina per il trattamento dell’epilessia, ai diuretici a base di acetazolamide e alle distamine per la cura dell’artrosi.
I sintomi
I sintomi dell’anemia aplastica si notano perché il soggetto si sente stanco e debole e presenta delle difficoltà nella respirazione. Spesso si incorre nel mal di gola, in sanguinamenti, in lividi e in infezioni varie. La febbre alta accompagnata da brividi è molto indicativa della malattia. Se si eseguono le analisi del sangue, è possibile vedere un numero basso di globuli bianchi e di piastrine.
Il paziente è pallido, presenta segni di insufficienza cardiaca, ecchimosi, ulcere all’interno della cavità orale e piccole macchie di sangue in bocca e sulla pelle. Sono frequenti anche le emorragie che interessano la retina.
Le cure
Le cure per l’anemia aplastica non devono essere sottovalutate, in quanto la malattia, soprattutto quando si manifesta in maniera severa, può portare a delle complicanze non indifferenti. Nei casi meno gravi può bastare ricorrere ad una terapia di supporto, magari eliminando l’agente alla base del disturbo, per vedere se il problema tende a regredire spontaneamente.
In ogni caso molte volte è necessario approntare una terapia immunosoppressiva e delle trasfusioni, in modo da poter contare anche su un trasferimento di piastrine contro i fenomeni di sanguinamento. Si è dimostrato efficace il trattamento che prevede la somministrazione per 10 giorni di globulina equina antitimocita (ATG) e anche quello che viene messo in atto tramite la ciclosporina.
In alcuni casi può essere necessario ricorrere al trapianto di midollo osseo, prelevato da un consanguineo compatibile. Si può procedere in anestesia totale o utilizzando il separatore cellulare. Nella prima condizione si effettua un prelievo dalle ossa iliache, con il metodo del separatore, invece, il braccio del donatore è collegato per mezzo di alcune cannule ad una macchina che funziona come una sorta di centrifuga. In questo modo si riesce a separare le cellule staminali dal resto del sangue. Queste ultime vengono raccolte in una sacca e vengono sottoposte ad uno specifico trattamento, in maniera poi che il paziente possa riceverle.