Che cos’è l’anello contraccettivo?
L’anello vaginale contraccettivo è un piccolo dispositivo di plastica sottile e trasparente, molto flessibile. Il materiale di cui è composto è un copolimero di etilene vinil acetato. Questo tipo di plastica è atossica, anallergica e non si scioglie all’interno del nostro organismo.
L’anello, che viene chiamato proprio per la sua forma circolare, ha un diametro di 5,4 centimetri e uno spessore di 4 millimetri. Grazie alle sue dimensioni ridotte, è molto facile inserirlo e toglierlo dalla vagina.
Come funziona
L’anello vaginale è un metodo contraccettivo ormonale, ovvero funziona grazie al rilascio graduato di un mix di ormoni capaci di impedire che avvenga l’ovulazione. Ogni dispositivo contiene una piccola quantità di due dei principali ormoni sessuali femminili: il progesterone (etonogestrel) e l’estrogeno (etinilestradiolo).
Nel dettaglio, l’anello contiene in totale 11,7 mg di etonogestrel e 2,7 mg di etinilestradiolo. Quotidianamente, vengono rilasciati nella circolazione sanguigna circa 0,120 mg della prima sostanza e 0,015 mg della seconda. Dal momento che il dosaggio ormonale è molto basso, l’anello viene tollerato bene e presenta pochi effetti collaterali.
A cosa serve l’anello anticoncezionale? I due ormoni contenuti nel dispositivo hanno la funzione principale di impedire che le ovaie rilascino gli ovociti, nel momento comunemente chiamato ovulazione. Inoltre sono altri i cambiamenti che avvengono all’interno del nostro corpo, e che hanno lo scopo di rendere più difficoltoso l’avviarsi di una gravidanza.
L’estrogeno e il progesterone infatti producono un ispessimento della mucosa cervicale, cosa che complica il passaggio degli spermatozoi verso l’utero. L’endometrio infine subisce delle modificazioni che lo rendono inadatto all’impianto di un eventuale ovulo fecondato.
Modo d’uso
Usare l’anello contraccettivo è molto semplice. Il dispositivo va inserito per la prima volta entro cinque giorni dall’inizio delle mestruazioni, e va tenuto per tre settimane consecutive. Al termine di questo periodo, l’anello va rimosso per una settimana, durante la quale compariranno le mestruazioni (solitamente entro due o tre giorni dall’estrazione).
Dopo sette giorni di pausa, va inserito un nuovo anello, anche se le perdite del ciclo non si sono ancora arrestate. L’inserimento deve avvenire sempre durante lo stesso giorno della settimana, preferibilmente attorno allo stesso orario, per avere la massima efficacia contraccettiva.
L’anello anticoncezionale può essere utilizzato anche senza pause, saltando quindi le mestruazioni. In questo caso, subito dopo la rimozione del vecchio dispositivo ne va inserito uno nuovo, che deve essere tenuto ugualmente per tre settimane. Durante il mese possono comunque verificarsi delle piccole perdite di sangue chiamate “perdite da rottura”.
Cosa succede se si sbaglia ad utilizzare l’anello
L’efficacia dell’anello può essere alterata se il dispositivo non viene utilizzato correttamente. Può ad esempio capitare che l’anello anticoncezionale sia uscito anzitempo dalla vagina. In questo caso, il dispositivo può essere reinserito senza problemi entro tre ore.
Passato questo breve lasso di tempo, l’efficacia contraccettiva potrebbe essere ridotta. A questo punto è necessario inserire un nuovo anello il prima possibile, ricordando di utilizzare altri metodi anticoncezionali durante i primi sette giorni, per evitare l’instaurarsi di una gravidanza.
Diversa è la situazione in caso il dispositivo venga tenuto più a lungo di quanto indicato (ovvero tre settimane). Fino a quattro settimane di utilizzo continuativo, l’anello è ancora efficace. Oltre questo periodo, bisogna verificare che non si sia instaurata una gravidanza prima di procedere all’inserimento di un nuovo dispositivo.
Infine, se ci si dimentica di inserire l’anello dopo sette giorni di pausa, è necessario innanzitutto escludere che sia in corso una gravidanza. In seguito si può procedere con l’inserimento del dispositivo, facendo attenzione ad utilizzare altri metodi contraccettivi nei primi sette giorni.
Come si inserisce
Uno dei dubbi principali che attanaglia chi non ha mai utilizzato questo dispositivo è proprio questo: come si mette l’anello anticoncezionale? In realtà si tratta di una manovra molto semplice e per nulla fastidiosa, anche se le prime volte può risultare un po’ scomoda.
Innanzitutto scegliete una posizione in cui vi sentite a vostro agio: ad esempio adagiata supina con le gambe allargate, in piedi con una gamba leggermente alzata, oppure accovacciata. Prendete l’anello e piegatelo con le dita, inserendolo nella vagina.
Spingete il dispositivo verso l’alto con delicatezza, in modo che si avvicini il più possibile alla cervice uterina. Così infatti non ne avvertirete la presenza. È importante ricordare che la posizione dell’anello non incide in alcun modo sulla sua efficacia contraccettiva, dal momento che non funziona come metodo barriera, bensì grazie al rilascio ormonale.
Come si toglie
Anche rimuovere l’anello anticoncezionale è piuttosto semplice. Al termine delle tre settimane, agganciate il dispositivo con il dito indice e tiratelo verso l’esterno. Se vi trovate più comode potete anche afferrare l’anello con due dita ed estrarlo con facilità.
L’efficacia
L’efficacia contraccettiva dell’anello anticoncezionale è piuttosto elevata: la sua percentuale oscilla tra il 92 e il 99,7%. Elementi quali presenza di disturbi gastrointestinali (vomito o diarrea) o assunzione di antibiotici non compromettono in alcun modo l’efficacia di questo dispositivo.
Bisogna però ricordare che, durante il primo mese di utilizzo, l’anello inizia ad essere efficace soltanto dopo sette giorni dal suo inserimento. In questo periodo è necessario utilizzare metodi anticoncezionali alternativi per evitare una gravidanza.
L’anello anticoncezionale e i rapporti sessuali
L’anello può essere lasciato in sede anche durante i rapporti sessuali, dal momento che entrambi i partner non ne percepiscono la presenza nella maggior parte dei casi. Qualora invece il dispositivo – per la sua posizione – arrechi fastidio, può essere estratto per un periodo non superiore alle tre ore.
Gli effetti collaterali
La sicurezza dell’anello è uno dei punti a favore di questo metodo contraccettivo. A differenza degli altri metodi ormonali, infatti, l’anello anticoncezionale presenta molti meno effetti collaterali. Questo accade perché il contenuto di ormoni del dispositivo è davvero ridotto.
Ad esempio, l’aumento di peso è una condizione che si verifica molto meno frequentemente rispetto a chi utilizza la pillola. L’anello anticoncezionale, nella maggior parte dei casi, non fa ingrassare. Tuttavia, soprattutto nel corso dei primi mesi di utilizzo, possono comparire alcuni sintomi di lieve intensità.
Tra i principali effetti collaterali ricordiamo:
- perdite vaginali;
- irritazione vaginale;
- infezione vaginale;
- cefalea;
- nausea e/o vomito;
- dismenorrea;
- dolori al seno;
- aumento del seno;
- sbalzi d’umore;
- dispareunia;
- acne;
- prurito genitale.
Le controindicazioni
Sebbene l’anello anticoncezionale abbia un contenuto molto ridotto di ormoni, esistono delle patologie che rendono controindicato il suo utilizzo. Dovrebbero evitarlo le donne che soffrono di:
- attacchi cardiaci;
- dolore al seno;
- trombosi o embolie;
- sanguinamento vaginale;
- ipertensione;
- colesterolo alto;
- epilessia;
- depressione;
- malattie renali;
- prolasso dell’utero;
- prolasso della vescica;
- prolasso del retto;
- costipazione grave;
- diabete con complicazioni a carico di reni, occhi o nervi;
- tumore;
- cefalea con sintomi neurologici;
- ittero;
- reazione allergica;
- gravidanza.
Non ci sono invece controindicazioni all’utilizzo dell’anello anticoncezionale in chi soffre di ipotiroidismo.
Si può inoltre continuare ad utilizzare comunemente il tampax anche con l’anello anticoncezionale. Solo in rari casi infatti il dispositivo può subire degli spostamenti quando si rimuove l’assorbente interno. L’importante è che, qualora l’anello dovesse fuoriuscire, venga reinserito entro poco tempo.
Le interazioni con altri farmaci
Come abbiamo anticipato, l’anello anticoncezionale non perde efficacia se usato in concomitanza con l’assunzione della maggior parte degli antibiotici. Poiché però alcuni specifici medicinali appartenenti a questa categoria possono interferire con l’efficacia del dispositivo, è sempre necessario consultare il proprio medico.
Inoltre ci sono alcuni farmaci che possono ridurre l’efficacia dell’anello, quali ad esempio gli antiepilettici, i medicinali contro l’emicrania, quelli contro la tubercolosi, quelli contenenti iperico e alcuni antidepressivi.
I pro e i contro rispetto agli altri contraccettivi
Rispetto ad altri metodi contraccettivi, l’anello anticoncezionale presenta molti vantaggi. È molto simile, come meccanismo d’azione, alla pillola anticoncezionale, che però deve essere assunta tutti i giorni alla stessa ora e deve obbligatoriamente transitare per l’apparato gastrointestinale.
In caso di diarrea, vomito o problemi di malassorbimento, la pillola potrebbe non avere efficacia. L’anello non manifesta questi problemi, dal momento che rilascia gli ormoni direttamente nella mucosa vaginale, ricca di vasi sanguigni.
L’anello è inoltre molto più comodo rispetto alla spirale contraccettiva, che deve essere inserita in vagina (e successivamente rimossa) dal ginecologo. Presenta anche meno effetti collaterali, al contrario di questo metodo anticoncezionale.
Il profilattico ha invece il vantaggio di proteggere anche da malattie sessualmente trasmissibili, oltre che da gravidanze indesiderate. Rimane quindi il metodo migliore da utilizzare per rapporti a rischio, con partner occasionali.
Le marche e i prezzi
L’anello anticoncezionale in Italia si trova in commercio con il nome Nuvaring e viene venduto in tutte le farmacie, dietro presentazione della prescrizione medica, al costo di circa 15€.