Centro Ricerche Amplifon compie 50 anni, ma l’udito degli italiani peggiora sempre di più

L'invecchiamento della popolazione e l'inquinamento acustico stanno facendo peggiorare l'udito a livello globale: manca la prevenzione

peggioramento dell'udito
Foto Unsplash | Mark Paton

Il Centro Ricerche e studi Amplifon compie i suoi primi 50 anni: da sempre impegnato nell’analisi nello studio dell’udito, ci restituisce oggi un quadro dell’Italia non del tutto positivo

L’invecchiamento globale dell’umanità porta con sé inevitabilmente una percentuale sempre più alta di persone con sordità più o meno gravi. In Italia ne soffre il 12,1% della popolazione, che corrisponde a 7 milioni di  persone, delle quali il 50% ha più di 80 anni. Le prospettive parlano di 8 milioni di persone entro il 2025 e tra i 10 gli 11 entro il 2050.  

Ma se con l’anzianità è fisiologica una perdita parziale o totale dell’udito, sono preoccupanti invece le aspettative in merito ai giovani. Nell’ultimo periodo c’è stato un aumento del 4,8%, coinvolgendo anche della fascia d’età tra i 12 e i 35 anni: la causa principale è lo stress uditivo a cui vengono sottoposte le orecchie, anche con la musica ascoltata con le cuffie.

Oggi nel mondo le persone con problemi di udito sono 1.5 miliardi (secondo l’OMS sono 460 milioni di persone, oltre il 5% della popolazione globale, a soffrire di ipoacusia più o meno grave), destinate ad aumentare di un miliardo entro i prossimi 30 anni e delle  quali 700 milioni necessiteranno di cure specifiche. Entro 10 anni la crescita sarà tra il 7 e il 10% e le cause saranno invecchiamento dell’umanità e l’inquinamento acustico al quale siamo costantemente sottoposti, destinato a peggiorare.

Calo dell’udito: manca la prevenzione

Già qualche mese fa a lanciare l’allarme in merito alla situazione italiana era stato l’Istituto Auxologico Italiano nonché l’osservatorio Cochlear, azienda australiana specializzata negli impianti cocleari a a conduzione ossea. Secondo l’osservatorio, l’Italia ha registrato negli ultimi 9 anni un +4,8% delle problematiche legate all’udito e dei 7 milioni di Italiani che ne soffrono, solo il 31,5% ha fatto un test negli ultimi 5 anni e solo il 25% di chi ha un problema conclamato si sottopone a cure.

Fondamentalmente c’è un problema culturale, che porta le persone a sottovalutare o a voler ignorare il problema, poiché legato a un concetto di anzianità. In realtà, se curata adeguatamente per tempo, l’ipoacusia può essere ridotta e portare a un notevole miglioramento della qualità della vita

Serve fare molta prevenzione e informazione: moltissimi giovani potrebbero riportare danni a causa della audio elevato delle cuffie o dei locali notturni, ma ne sono del tutto inconsapevoli. L’OMS ha stabilito che l’audio in cuffia non dovrebbe superare i 60 decibel, mentre 90 decibel è il limite da non superare mai (le discoteche raggiungono i 115): numeri che pochi conosco, con potenziali gravi conseguenze.