Colpisce sempre più persone ma non è irreparabile: il disturbo del sedere dormiente ha delle cause ben precise, il metodo per rimediare
Con il passare degli anni le abitudini della vita quotidiana sono cambiate sempre di più. Soprattutto a partire dal periodo del Covid-19 in poi. La pandemia ha portato a delle mutazioni definitive dei modi di vivere, che si sono ripercosse in diversi settori. Dallo svago fino al lavoro, moltissime persone hanno assunto consuetudini che prima non erano parte delle giornate e che vertono quasi sempre sulla sedentarietà.
Quando si era costretti a stare in casa a causa del lockdown, si trascorrevano tantissime ore della giornata seduti. Una prassi che si è accentuata quando lo smart working è andato a sostituire in molti casi il lavoro in sede. Inevitabile che tutto questo portasse a delle conseguenze sul corpo, sempre meno avvezzo al movimento. Alcuni studi americani hanno catalizzato l’attenzione su una di queste in particolare.
Si parla di “dead butt”, ossia letteralmente sedere morto. Facile comprendere a che cosa questa dicitura si riferisca. Capita a tutti di sentire che, dopo molto tempo seduti nella stessa posizione, il lato B si addormenti, proprio come accade a qualunque altra parte del corpo quando rimane a lungo ferma senza muoversi. Un problema muscolare che può diventare anche importante, ma è possibile rimediare seguendo dei semplici consigli.
I segreti giusti per rimediare al “dead butt”: così il sedere ritorna attivo e tonico
Glutei sodi e perfetti? Un sogno di moltissimi, che diventa però sempre più irrealizzabile a causa della sindrome del sedere dormiente. Lo smart working, i videogames, le pay tv e anche la semplice pigrizia hanno contribuito a rendere i muscoli del lato B sempre più vuoti e appiattiti, praticamente addormentati. Un disturbo che non influisce soltanto a livello estetico, ma anche sul piano della salute. Non ci vorrà molto prima che la posizione schiacciata che il sedere è costretto a sopportare per lunghe ore porti a dolori e formicolii anche piuttosto fastidiosi.

Quando però, restare seduti per molto tempo risulta imprescindibile, bisogna seguire i giusti accorgimenti affinché i glutei possano riacquistare il tono muscolare che hanno perso. Innanzitutto è fondamentale non dimenticarsi delle pause. Anche se il lavoro costringe a trascorrere ore e ore davanti al pc, basterà concedersi un break almeno ogni una o due ore, durante il quale sarà necessario alzarsi in piedi. In questo modo la forza di gravità aiuterà il muscolo a tornare nella sua naturale posizione riattivandosi.
Un altro trucchetto molto utile sarà prendersi qualche minuto per salire e scendere delle scale. Anche pochi gradini saranno sufficienti per permettere al sedere di “svegliarsi” e riacquistare pian piano il tono che ha perso. E se queste sono le regole imprescindibili per la giornata, naturalmente anche il workout sarà fondamentale. Tra gli esercizi più efficaci per contrastare la sindrome dei glutei addormentati, ovviamente al primo posto ci sono gli squat.

Un allenamento di base che non si può tralasciare se si vuole riportare il sedere alla sua forma originaria, nelle sue infinite varianti. Allo stesso tempo da non trascurare neppure i Clamshell. L’esecuzione si svolge distesi su un fianco, con una fascia elastica posizionata sopra alle ginocchia e le anche che si aprono a turno verso l’esterno. Con costanza e impegno i glutei torneranno svegli come un tempo.