Ricercatori giapponesi stanno sviluppando un vaccino sperimentale per il morbo di Alzheimer, in grado di ridurre l’infiammazione nel cervello e migliorando il comportamento.
È in fase di sviluppo un nuovo vaccino che mira a contrastare le cellule infiammate del cervello legate al morbo di Alzheimer. L’obiettivo è ambizioso: prevenire o modificare il decorso della patologia. Un’importante ricerca preliminare presentata al congresso dell’American Heart Association 2023, che si tiene a Boston dal 31 luglio al 3 agosto, dove vengono illustrati gli ultimi progressi scientifici e le scoperte nel campo cardiovascolare.
Questo importante traguardo è stato raggiunto grazie ai ricercatori giapponesi, che hanno dimostrato l’efficacia di un vaccino sperimentale nell’affrontare questa complessa malattia neurodegenerativa. Secondo studi condotti in laboratorio, il vaccino è in grado di ridurre le placche di beta-amiloide e l’infiammazione nel cervello, oltre a migliorare il comportamento dei pazienti. Se il vaccino dimostrerà la sua efficacia, potrebbe aprire la strada a nuovi approcci preventivi e terapeutici e avere un impatto significativo sulla vita di milioni di persone in tutto il mondo.
Un passo avanti contro l’Alzheimer
Il team di ricerca della Juntendo University Graduate School of Medicine di Tokyo, guidato dal dottor Chieh-Lun Hsiao del Dipartimento di biologia e medicina cardiovascolare dell’Università, ha utilizzato un preparato progettato per eliminare le cellule senescenti che esprime la glicoproteina associata alla senescenza, conosciuta come SAGP. Sono stati osservati benefici significativi, come una riduzione dei depositi di beta-amiloide nella corteccia cerebrale, che gioca un ruolo cruciale nel linguaggio, nell’attenzione e nella risoluzione dei problemi.

Gli esperti ritengono che questa riduzione possa influire positivamente sulla progressione della malattia. Inoltre, il vaccino sperimentale ha dimostrato di ridurre anche i biomarcatori associati all’infiammazione cerebrale, confermando il suo potenziale nel contrastare tale condizione nel cervello delle persone affette da Alzheimer. Infine, è stato osservato un miglioramento comportamentale nei pazienti, suggerendo un possibile beneficio nella gestione dei sintomi.
Tuttavia, è importante sottolineare che fino ad ora questi risultati sono stati ottenuti solo in laboratorio. Saranno necessari ulteriori studi per dimostrarne la sicurezza e l’efficacia anche negli esseri umani. I trial clinici saranno fondamentali per valutare il potenziale di questo vaccino nella prevenzione. “Attualmente l’Alzheimer rappresenta il 50% – 70% dei casi di demenza nel mondo. Il test del nostro vaccino innovativo su topi offre una potenziale via per prevenire o modificare la malattia. La sfida futura sarà ottenere risultati simili negli esseri umani” ha dichiarato il professor Hsiao.