L’alluce valgo è un problema di salute molto fastidioso anche se non grave che può avere conseguenze spiacevoli e dirette sulla postura.
Con il termine ‘alluce valgo’, si intende una deformazione del dito del piede, in modo particolare dell’osso laterale che comporta una sporgenza mediale che, a lungo andare, può degenerare fino a far accavallare le ossa.
Il sintomo più specifico è il dolore ma può esserci un cambiamento anatomico più o meno visibile con la deviazione dell’alluce verso l’interno, l’impossibilità a camminare e un’infiammazione come la borsite che può peggiorare nel tempo.
Alluce valgo: come evitare il problema e cosa fare
L’alluce valgo si può manifestare a qualunque età, anche se è più comune nelle donne e soprattutto negli anziani. Il fattore principale è di tipo congenito. Solitamente c’è una questione ereditaria, quindi anche altre persone in famiglia hanno lo stesso problema. Tendono a sviluppare la patologia, però, anche coloro che soffrono di altri problemi a carico dei piedi. Tale problematica però può subentrare anche quando si indossa un modello di scarpa non adatta o che non segue la fisiologia del piede. Non è una buona idea indossare sempre i tacchi oppure scarpe troppo strette.

L’infiammazione può diventare cronica e quindi il dolore persistente. Il problema, però, non riguarda solo il piede, ma anche tutta la struttura scheletrica, provocando dolori delle rotule, rigidità delle anche, associazione della curva lombare e mal di schiena persistente. Tutti fatti che sono connessi ad un progressivo peggioramento della postura con problematiche localizzate con borsite, metatarsalgie, deformità.
Per trattare l’alluce valgo è consigliabile utilizzare sempre scarpe adeguate al proprio piede ed evitare di stare in piedi per troppo tempo. Gli impacchi di ghiaccio possono servire quando c’è il dolore per sedare la zona. Anche l’uso di plantari con cuscinetti adesivi può limitare il dolore. L’unica strada risolutiva con cui si correggono le ossa ma anche i tendini e i legamenti., però, è quella con farmaci e terapie specifiche da seguire. O, infine, la chirurgia.
Tutto viene riallineato, il tessuto osseo in eccesso – ovvero la sporgenza chiamata cipolla – viene rimossa e si riallinea il piede. Questo si può eseguire in modo tradizionale quindi aprendo il piede per rimuovere le strutture oppure con una tecnica meno invasiva. Tutto dipende dallo stadio della situazione e anche dal paziente. La chirurgia ha un tasso di miglioramento nell’85% dei casi, possono però esserci delle recidive anche a distanza di tempo che possono indurre a dover intervenire nuovamente.