Articolo aggiornato il 29 Maggio 2013
E’ allerta epatite A in Italia. La responsabilità sarebbe attribuita ai frutti di bosco surgelati. Il problema di dover fronteggiare questa malattia sembrava ormai sparito nel nostro Paese, invece è ritornato ad affacciarsi, prevedendo degli episodi di contagio fino alla prossima estate. Il Ministero della Salute ha precisato che non siamo in pieno allarme, anche perché il tutto deve essere vagliato in maniera tempestiva dall’Istituto Superiore di Sanità. In ogni caso i dati a disposizione sono evidenti.
Considerando le informazioni fino al 20 maggio 2013, le notifiche di epatite A da marzo a maggio sono aumentate del 70% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso. In particolare si è rilevata una maggiore incidenza in 5 regioni: Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Veneto e Puglia.
Sono in corso le indagini sui frutti di bosco conservati in freezer. La sicurezza alimentare, fino a questo momento, non aveva preso in considerazione alimenti di questo genere. Si sa che il congelamento non uccide i virus, ma non si era mai rintracciato l’Hav (il virus che trasmette l’epatite A) in un prodotto congelato.
Gli esperti ipotizzano una contaminazione avvenuta all’origine della produzione e che non è stata debellata, perché soltanto la cottura ad alte temperature riesce a rendere inattivo il virus.
L’epatite A comporta, fra i sintomi, febbre, stanchezza, ittero e disturbi gastrointestinali. Tradizionalmente i cibi incriminati sono stati le cozze e i vegetali lavati con acqua sporca di residui fecali.
L’allerta è determinata da uno specifico gruppo di epatite A. I medici raccomandano di procedere ad un lavaggio con acqua e amuchina per tutti i cibi di provenienza dubbia.