Allergie gravi: scoperte le molecole dell'organismo che le scatenano e le aggravano

Articolo aggiornato il 23 Agosto 2008

Allergia
Di fronte ad un mondo che va sempre più incontro a fattori scatenanti le allergie, vuoi per via dell’inquinamento atmosferico, vuoi per via del fatto che per mutazione, sempre nuove piante e arbusti crescono causando allergia ai soggetti predisposti, così come l’abitudine dell’industria alimentare di aggiungere sempre nuove sostanze chimiche negli alimenti; fatto sta che le popolazioni, soprattutto appartenenti alle Nazioni più progredite, vanno sempre di più incontro a fenomeni di allergia col rischio nel tempo che sia sempre più numerosa la pletora di soggetti allergici a sostanze di cui spesso poco si sa.
Un problema serio, perché l’allergia è una manifestazione clinica spesso fastidiosa, ma molte volte grave, persino gravissima, come può essere uno shock anafilattico che attenta alla stessa vita. C’è oltretutto da dire, a sottolineare l’importanza della materia, che non è detto che un grave fenomeno allergico, anche se trattato tempestivamente, giunga a guarigione, forme maligne di allergia si risolvono, purtroppo a volte con la morte del paziente.
 
Si capisce bene l’attenzione della Comunità scientifica di fronte a questi fenomeni non solo con l’introduzione di nuovi farmaci ma anche di fattori di rischio in grado di scatenare gli attacchi. E così, scienziati dell’Istituto di Garvan di Sidney stanno cercando di capire cosa mai ci sia dietro ogni reazione allergica anche la più grave, partendo dal presupposto che due molecole del sistema immunitario, la IL-4 e la IL-21 nel momento in cui si combinano fra di esse siano in grado di scatenare un attacco.
 
Secondo il biologo Stuart Tangye che ha pubblicato i lavori scientifici sulla rivista scientifica Blood: “Quando le due molecole si combinano, la reazione allergica è molto più potente e ora sappiamo che qualsiasi trattamento per le allergie potrà agire al meglio neutralizzando una o ambedue le molecole. I risultati, ottenuti per ora in laboratorio, sono incoraggianti in un’epoca in cui la frequenza di allergie continua a crescere”.