Le allergie alimentari non sono altro che delle reazioni del sistema immunitario, scatenate dall’ingestione di particolari cibi. Si tratta naturalmente di una risposta anomala dell’organismo, dettata dal fatto che le nostre difese riconoscono un determinato alimento come nocivo. Per questo motivo anche una piccolissima quantità di tale cibo, che per la maggior parte delle persone risulta totalmente innocuo, provoca una reazione che può variare anche molto in base alla gravità dei sintomi manifestati.
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Che cos’è un’allergia alimentare
Abbiamo detto che un’allergia alimentare è una risposta anormale del nostro sistema immunitario contro un determinato cibo, chiamato per questo motivo allergene. Quando il corpo entra in contatto con questa sostanza ritenuta erroneamente nociva, produce degli anticorpi sotto forma di proteine immunoglobuline E. La reazione immunitaria che si scatena quando l’allergene incontra gli anticorpi appositamente sviluppati contro di esso provoca il rilascio, da parte dell’organismo, di mediatori chimici come l’istamina. Sono questi ultimi ad essere responsabili della sintomatologia con cui si manifestano le allergie alimentari.
Esistono molti tipi di allergie alimentari, scatenate dai più diversi alimenti. È tuttavia possibile distinguere 14 grandi categorie entro cui rientra addirittura il 90% dei casi di reazione allergica. Questi allergeni sono: i cereali, i crostacei, le uova, il pesce, le arachidi, la soia, il latte, la frutta secca, il sedano, la senape, i semi di sesamo, i lupini e i molluschi.
Bisogna infine distinguere le allergie dalle intolleranze alimentari: queste ultime non coinvolgono il sistema immunitario, ma il metabolismo. Un esempio a questo proposito è quello dell’intolleranza al lattosio. È infatti determinata da una carenza di lattasi, l’enzima che, nell’ambito della digestione, ha la funzione di scomporre lo zucchero del latte.
I sintomi
I sintomi delle allergie alimentari comprendono un ampio spettro di manifestazioni. Si va da quelle gastrointestinali, come la sindrome orale allergica, la nausea, il vomito, la diarrea, a quelle cutanee, che sono rappresentate da angiodema o eruzioni morbilliformi sulla pelle, rossori, prurito, eczema, orticaria. Le reazioni respiratorie sono costituite da asma e broncospasmo, naso che cola, starnuti, tosse, respiro sibilante.
Nei casi più gravi, è possibile incorrere in una complicazione molto seria: lo shock anafilattico. Si tratta di una reazione allergica che si presenta inizialmente con sudorazione abbondante, vertigini, orticaria e senso di malessere. Nel giro di pochi minuti evolve con sintomi respiratori, come broncospasmo e fame d’aria, e con cianosi. Se non si interviene in tempo, si ha collasso circolatorio e perdita di coscienza, coma e morte.
I sintomi delle allergie alimentari compaiono solitamente da pochi secondi ad un massimo di due ore dopo l’ingestione dell’alimento incriminato. Solo in rari casi la reazione può essere tardiva. Bisogna inoltre ricordare che la manifestazione dell’allergia può variare di volta in volta: se si è sempre presentata con sintomi leggeri o moderati, non è comunque da escludere che in futuro possa evolvere con reazioni più gravi.
Le tipologie
Come abbiamo visto, esistono diverse tipologie di allergie alimentari, che possono essere riconosciute tramite i sintomi con cui si presentano. Nelle forme gastrointestinali si manifestano bruciore e prurito alla mucosa orale e alle labbra, dopo aver ingerito alcuni cibi di natura vegetale, come kiwi, banana, melone, patata, carota, sedano, nocciola. Si può avere anche anafilassi gastrointestinale, con dolori allo stomaco, vomito e diarrea.
Nelle forme cutanee i sintomi sono: orticaria, prurito, bruciori, angiodema. La tipologia respiratoria comprende tutte quelle reazioni ad un alimento che causano asma e difficoltà nella respirazione, associati spesso ad altri disturbi, e riguarda soprattutto quelle reazioni allergiche che si hanno in ambienti lavorativi. Nelle forme generalizzate i pazienti vanno incontro ad una molteplicità di espressioni di reazione, cadendo nello shock anafilattico, a seguito di fenomeni di ipotensione, di collasso vascolare e di aritmie.
Un’allergia particolare è quella al nichel che si manifesta con dermatite, infiammazioni, malessere e stanchezza. Anche questa forma coinvolge l’alimentazione, perché il nichel è presente come solfato in diversi alimenti: lenticchie, fagioli, liquirizia, cacao, nocciole, kiwi, pomodoro, asparagi, spinaci, funghi e cipolle. Tutti cibi quindi da evitare.
I test
I test per le allergie alimentari fanno riferimento, innanzi tutto, a quelli cutanei. Si inseriscono a livello sottocutaneo degli estratti di un alimento sospetto e si verifica se compare una reazione di prurito o di gonfiore. Il valore di questo tipo di esame è stato comunque spesso messo in discussione, perché non tutti concordano sulla sua affidabilità. C’è poi il test RAST. Il tutto consiste nel mettere insieme in una provetta dei campioni di sangue con degli estratti alimentari. Si controlla se il sangue produce degli anticorpi per contrastare le proteine ritenute estranee. Da ricordare anche il test in doppio cieco con controllo di placebo. In questo caso l’allergene sospetto viene inserito in un alimento, che viene somministrato al paziente sotto il controllo del medico, per individuare i componenti che danno effetti nocivi.