Articolo aggiornato il 17 Aprile 2013
L’allergia agli acari è determinata dalle sostanze che derivano dalla decomposizione dei microscopici animaletti, ma anche dalle proteine che è possibile rintracciare nei loro escrementi. Nelle case è facile entrare in contatto con gli acari, perché essi si trovano dappertutto: nella polvere, sui cuscini, nelle lenzuola, nei materassi, nei peluche e perfino nella farina. I sintomi scatenati dalla reazione allergica sono vari: dalla congestione nasale alle difficoltà respiratorie, dal gonfiore degli occhi al prurito al naso e alla gola, dalla tosse all’asma e alle eruzioni cutanee. In ogni caso teniamo in considerazione che ci sono dei rimedi a cui fare ricorso. Oltre ai farmaci, si deve badare ad un’accurata pulizia della casa, mettendo in atto specifiche strategie.
I sintomi
I sintomi dell’allergia agli acari variano in base alla gravità della reazione allergica. Si possono manifestare contemporaneamente oppure venire fuori in fasi graduali. I segnali più evidenti sono costituiti dalla rinite e dall’asma. A volte gli occhi si arrossano e si gonfiano, diventando oggetto di una eccessiva lacrimazione e di congiuntivite. L’istamina rilasciata a causa dell’azione gli allergeni provoca congestione nasale e irritazione delle vie respiratorie.
Si può avere un senso d’oppressione toracica, una respirazione sibilante, la tosse e tutto ciò porta anche a disturbi del sonno, oltre che a un’evidente dispnea. Il naso che cola e il prurito, spesso esteso anche al palato e alla gola, sono altre manifestazioni sintomatologiche caratteristiche.
Da non dimenticare i sintomi cutanei. La pelle può essere interessata dalla comparsa di dermatiti, di eczemi ed eruzioni. Il viso e il cuoio capelluto possono arrossarsi.
I rimedi
I rimedi per l’allergia agli acari possono consistere nel ricorso ai farmaci. In particolare si utilizzano gli antistaminici, che contrastano il processo di produzione di istamina, determinato nell’organismo dalla presenza di allergeni. I decongestionanti alleviano la congestione nasale e i corticosteroidi locali, specialmente gli spray ad uso topico, nasale, riescono a ridurre i fastidi provocati dall’infiammazione.
Tuttavia è bene ricordare che, specialmente se in casa abbiamo bambini che sono allergici, è importante provvedere ad un’accurata pulizia dell’ambiente domestico. Si inizia ricoprendo materassi e cuscini con federe impermeabili agli allergeni, fatte di plastica o di altri materiali particolari.
Le lenzuola vanno lavate ogni settimana ad una temperatura di almeno 60° oppure ricorrendo al lavaggio a secco. Alcuni accorgimenti riguardano nello specifico la camera da letto: limitare il numero dei peluche, evitare l’uso delle tende o della moquette, riporre i vestiti negli armadi o nei cassetti.
Inoltre è opportuno ridurre del 50% l’umidità della casa e fare in modo che la temperatura ambientale si mantenga intorno al 21°. In questa maniera si può evitare la formazione di muffe. D’altronde esiste uno stretto legame tra l’allergia agli acari e le muffe. Questo si spiega perché il materiale allergizzante deriva proprio dall’alimentazione dell’arcano, il quale si nutre di cibo, di pelle e di muffe.
In tutto l’ambiente domestico l’aspirapolvere deve essere passata regolarmente, anche se tutto ciò elimina il problema soltanto per poco tempo.
La percentuale di polveri che rimane dopo i trattamenti sarebbe sufficiente per scatenare un attacco di asma in soggetti sensibili agli acari e alla polvere, anche se le pulizie con filtri HEPA, i filtri per le micropolveri, sono più efficaci rispetto a quelle garantite dai filtri normali, che tendono a lasciare nell’ambiente casalingo proprio la concentrazione degli allergeni più pericolosi.
Sono disponibili anche delle sostanze chimiche che uccidono gli acari, ma il loro uso prolungato non è affatto raccomandato.
E’ bene evitare la presenza in casa di piante e fiori e le stanze vanno ben arieggiate anche in inverno. Per quanto riguarda l’arredamento è meglio scegliere il legno, il metallo e la plastica, facilmente lavabili.
Esiste anche la possibilità di sottoporsi ad un trattamento di desensibilizzazione verso l’allergene. Si tratta di quello che comunemente viene conosciuto come vaccino. Il tutto viene effettuato in due fasi. Inizialmente vengono somministrate dosi minime di allergene. In questo modo il sistema immunitario può abituarsi a restare insensibile. Successivamente si deve assumere quotidianamente una dose di preparato in maniera costante, anche per tre o cinque anni.
Per un fenomeno di cross-reattività, si può avere un’allergia agli acari che rende sensibili nei confronti di alcuni cibi. Ecco perché è importante considerare anche cosa non mangiare. Esempi in questo senso possono essere costituiti dai kiwi, dalle lumache, sia di terra e di mare, dalle patelle e dai crostacei in generale. Attenzione anche alla frutta secca.