E’ tornato di “moda”, complici le star nostrane e d’oltreoceano che lo hanno promosso pubblicamente, ma divide ancora animi e opinioni di mamme e aspiranti tali: l’allattamento al seno, sì o no? La risposta non può che essere sì, ma le motivazioni sono d’obbligo. Scegliere, se possibile di allattare il proprio piccolo al seno significa fare il pieno di benefici, sia per il bimbo sia per la madre, ma anche, è doveroso ammetterlo, mettere in conto alcuni disagi e una buona dose di forza di volontà. Dall’alimentazione che deve seguire la mamma, per evitare coliche o altri fastidi al neonato, fino ai possibili disturbi, l’allattamento al seno non è tutto “rose e fiori”, ma riserva anche moltissimi aspetti davvero positivi.
L’allattamento al seno, come e quando
Durante i primi cinque, sei mesi di vita del bambino, si consiglia l’allattamento al seno esclusivo, senza l’aggiunta di altri cibi o liquidi. Il consiglio, per aumentare le probabilità di successo dell’allattamento, è di cominciare ad allattare al seno il prima possibile, a poche ore dal parto.
Non esiste un “come” allattare al meglio, ma molte possibili opzioni o, meglio, posizioni per l’allattamento: per i primi tempi, le più comode sono quelle sdraiate su un fianco o da sedute.
Per quanto riguarda il “quando”, è difficile dettare tempistiche precise valide per tutti. Solitamente le poppate giornaliere vanno da sei a dodici, ma ogni bambino ha una storia e, soprattutto, esigenze, a sé. Anche le tempistiche sono difficili da incasellare con precisione: alcuni bimbi sono più veloci, mentre altri preferiscono poppate più lunghe.
I benefici
Allattare al seno è un gesto semplice, che racchiude in sé molti significati, che è in grado di stabilire un legame unico tra madre e figlio, ma non solo. Ha anche un potere preventivo contro la mortalità postneonatale, grazie all’effetto protettivo del latte materno contro le infezioni e contro la cosiddetta Sindrome della Morte Improvvisa.
Il latte materno, inoltre, favorisce la crescita del piccolo, gli fornisce le difese immunitarie utili contro l’aggressione di virus e batteri e riduce le probabilità di comparsa di alcune patologie negli anni successivi, come obesità, ipertensione, rachitismo, anemia e carie dentaria.
Anche alla mamma spetta la sua dose di benefici dall’allattamento al seno. Innanzitutto, il potere preventivo contro il tumore della mammella e dell’ovaio, che può comparire prima della menopausa, ma anche l’osteoporosi.
L’allattamento al seno aiuta anche a tenere sotto controllo la pressione delle mamme; secondo alcune ricerche, infatti, le donne che allattano i propri figli per il periodo di tempo consigliato dagli specialisti, sono esposte a un rischio inferiore di ipertensione.
Le controindicazioni
L’allattamento non ha vere e proprie controindicazioni, ma, piuttosto, prevede alcune cautele per evitare rischi e poche condizioni in cui è sconsigliato.
Per massimizzare i benefici dell’allattamento e ridurre i rischi di piccoli e grandi fastidi a carico del neonato, la mamma dovrebbe seguire un’alimentazione corretta, priva di alimenti che possano scatenare le coliche nel bimbo.
Le condizioni che possono interferire con l’allattamento sono poche: meglio desistere dall’ottima intenzione quando la donna soffre di malattie debilitanti come il tumore, l’insufficienza cardiaca, epatica, renale o respiratoria, l’aids conclamata e l’epatite B.